Scuola

Didattica a distanza, com’è stata vissuta dai ragazzi bresciani

Risultati e riflessione del questionario Scuola 3.0
Progetto Oasi: la didattica a distanza
Progetto Oasi: la didattica a distanza
AA

«Interessante all’inizio e bella, ma dopo qualche settimana diventata pesante e molto stressante anche per le troppe ore passate davanti al pc».

«La didattica a distanza è stata utile ed essenziale in questo periodo, ma è stato molto difficile non avere un contatto diretto con gli insegnanti e non poter interagire con i miei compagni».

Due commenti che rispecchiano le opinioni di molti studenti in merito ai mesi di Didattica A Distanza appena conclusi. Si può dire che la DAD abbia diviso l’opinione pubblica: da chi la critica poiché “poco democratica” per la necessità di strumenti di cui non tutte le famiglie sono dotate (dalla connessione internet stabile per le video lezioni, ai dispositivi adeguati a produrre i lavori necessari agli insegnanti per valutare l’operato dei propri studenti), a chi ne ha visto la possibilità salvifica di non far perdere a tutti gli studenti italiani un anno di scuola, a chi ne riconosce il merito di aver fatto entrare la scuola nelle case, creando un terreno di condivisione alternativo tra famiglia e scuola.

Qualche settimana fa abbiamo proposto ai ragazzi un breve questionario per raccogliere da chi l’ha vissuta “sul proprio schermo” le opinioni, le fatiche e i benefici di questa modalità. Hanno risposto più di 300 studenti: più della metà (il 54%) frequentanti la scuola secondaria di secondo grado, poco più di un quarto (il 27%) frequentanti la scuola secondaria di primo grado e il restante 19% frequentante l’ultimo anno di scuola primaria.

Lasciamo la parola ai ragazzi quindi, partendo dagli aspetti positivi e di risorsa che hanno riscontrato utilizzando questa diversa maniera di fare e stare a scuola. La maggioranza delle risposte ha riguardato i ritmi della vita quotidiana (come era già emerso, non solo da parte dei più giovani, attraverso il test Tipi da Quarantena che vi avevamo proposto nelle scorse settimane): dal punto di vista dei ragazzi questo ha riguardato soprattutto la possibilità di organizzarsi diversamente, anche di dormire di più, non dovendosi preoccupare del tempo di preparazione e di spostamento per arrivare alla scuola frequentata (205 risposte) o l’avere più tempo da dedicare ad altre attività (120 risposte). Un altro aspetto positivo riscontrato (77 risposte) riguarda la possibilità di sfruttare i vantaggi della tecnologia come l’immediatezza dello scambio (ad esempio attraverso quiz e sondaggi anonimi durante le lezioni) o l’utilizzo del canale visivo (ad esempio la visione o addirittura la produzione stessa da parte dei ragazzi, di video e filmati inerenti argomenti della didattica).

E per quanto riguarda gli svantaggi? Al primo posto (263 risposte) il peso dei compiti, che risultavano più onerosi (complice la necessità di effettuarli con mezzi diversi alla carta e penna a cui non tutti erano abituati) rispetto a quelli dati dagli insegnanti durante i periodi di lezione ordinaria; al secondo posto la maggior fatica nel comprendere gli argomenti delle lezioni online (151 risposte) e al terzo la difficoltà a seguirle, dovuta spesso ad una connessione internet insufficiente a sostenere una lezione via conferenza (136 risposte).

Quali suggerimenti danno i ragazzi ai loro insegnanti e alla scuola? La maggior parte (239 risposte) chiede che le piattaforme utilizzate per la didattica siano efficacemente padroneggiate da parte di chi le deve gestire, supportino meglio la connessione contemporanea di più classi e siano uniformi all’interno dello stesso istituto (“Preferirei che continuassimo con la DaD, ma con docenti più consapevoli e formati, che sappiano usare la tecnologia e che non ci carichino di compiti solo perché siamo a casa”); altro suggerimento che arriva (133 risposte) riguarda la possibilità di avere un orario fisso (“a volte l’insegnante fissava la lezione con lui solo il giorno prima, facendo si che dovessi cambiare i miei piani e quelli dei miei fratelli che usavano gli stessi strumenti” ci racconta una studentessa), che permetta a tutti di organizzarsi meglio con il lavoro e con la gestione del proprio tempo personale; infine i ragazzi chiedono di tener conto dell’effetto che sortisce il tempo passato al computer i termini di riduzione della concentrazione, proponendo tempi più dilatati soprattutto nei momenti di valutazione/verifica.

Che supporto hanno trovato durante questi mesi? La scuola non è stata a guardare, la maggior parte dei ragazzi (il 67%) l’ha sentita presente nonostante le distanze attraverso il contatto (via mail, messaggi o chiamate) con singoli insegnanti e coordinatori di classe. A casa il supporto maggiore è arrivato dai genitori, dichiarati come punto di riferimento dal 76% dei ragazzi, seguiti da fratelli e sorelle (22%) o da altri parenti (12%); un dato rilevante e che sarebbe interessante indagare all’interno dei vari istituti, riguarda la mancanza di supporto percepita dal 7% dei partecipanti al questionario.

Complessivamente, nonostante le difficoltà riscontrate, gli studenti attribuiscono un voto di 7 su 10 alle lezioni online, riconoscendo la difficoltà di gestione della distanza e dell’utilizzo di strumenti ai quali né loro stessi né i loro insegnanti erano abituati. Agli insegnanti riconoscono infatti lo sforzo per adattarsi a modalità del tutto nuove di fare lezione, dandogli un voto complessivo di 9 su 10

Infine, abbiamo chiesto ai ragazzi quale fosse l’emozione prevalente nel pensare alla scuola di settembre: il 40% identifica come emozione principale quella dello stupore e della curiosità, che riflettono l’incertezza in merito a come sarà organizzata la scuola unita q quegli aspetti positivi precedentemente raccontati; il 24% riporta il timore di vivere un altro periodo di esclusiva didattica a distanza e impossibilità di quel rapporto “dal vivo” con insegnanti e coetanei, unito al 17% che teme il ripresentarsi di una situazione di chiusura delle scuole

Ciò che è certo è che i ragazzi hanno voglia di tornare alla normalità, tornare ad “una scuola vera, concreta, in cui posso trovarmi con le mie amiche senza alcun impedimento, senza mascherine e plexiglass”, “ritornare a fare scuola normalmente, per incontrare i miei amici. Voglio tornare tra i banchi” ci confidano in tanti.

La scuola ha un ruolo centrale nella formazione e crescita dei ragazzi: la didattica ne rappresenta una parte, sicuramente importante, ma non è l’unica, l’apprendimento delle competenze sociali e relazionali, permesse dall’incontro e dallo scambio con i coetanei sono le grandi assenti della didattica a distanza. Riteniamo che la grande scommessa dei prossimi mesi sarà permettere ai ragazzi e alle ragazze di recuperare il tempo perduto, ricreando le condizioni necessarie per riprendere il percorso interrotto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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