«Di carta in carta», al Centro Fiera di Montichiari un bosco creato da 2.570 studenti
Un «bosco» al Centro Fiera di Montichiari: lo hanno creato con i propri lavori i 2.570 studenti che, appartenenti a 124 classi di 33 sedi scolastiche collocate in 16 comuni, sono stati premiati ieri in loco al termine del contest «Di carta in carta».
Il progetto
Questo il nome del concorso che, sostenuto pure dal Giornale di Brescia e Teletutto, era rivolto agli istituti scolastici del territorio e declinato all’interno della 7ª edizione del progetto «Il riciclo che rigenera» del Consorzio Bassa bresciana orientale. E giocando un po’ con l’inglese, chiamati a realizzare un elaborato in «treeD» (3d, ovvero in tridimensione) nonché con la stessa origine della carta, facile capire quale sia la materia di cui gli alunni si sono serviti per assemblare i particolari arbusti, esposti per l’occasione in sala Pedini. Tutti diversi, tutti bellissimi. Guardandoli da vicino, molti raccontano le quattro stagioni, alcuni sono invece frutto di un estro maggiormente articolato, come «L’albero della conoscenza» della 4ªG di Ghedi e «Un programma da seguire» della 1ªA della scuola secondaria d’Isorella.
Non mancano poi sviluppi d’idee che, ridando vita a cartone e cartoncini, lasciano nel mentre un messaggio sociale: in tal senso ecco una menzione d’onore dalla giuria - composta da membri di Cbbo, Cauto e Comieco - per «L’albero della pace» della 4ªA, 4ªB e 4ªC di Calvisano e «L’albero delle mele contro la violenza sulle donne» della 5ªA e 5ªB di Molinetto di Mazzano. Tra i 20 elaborati oggetto di lodi, ricevono inoltre una menzione speciale «Di foglie in foglie» della 1ªA secondaria di Nuvolento e «Nonno albero... riciclami una storia» della 4ªA di Castenedolo, bravi rispettivamente a servirsi di vecchi fogli di giornale e ad aver dato una nuova forma alle favole.
In mostra
Così i sindaci presenti si sono spesi in mille complimenti per le «opere d’arte» in mostra. Di più: «Sono un tramite per aumentare la sensibilizzazione verso il riutilizzo di quelli che altrimenti sarebbero rifiuti», dice il direttore di Cbbo, Francesco Arcaro.
«Speriamo che il messaggio di corretto smaltimento, di riduzione degli sprechi e di tecniche di riuso nel rispetto della natura arrivi agli adulti», incalza poi Chiara Pavesi, presidente della società a partecipazione pubblica che, impegnata da 32 anni nella gestione dei rifiuti, crede molto sulla formazione delle nuove generazioni. Non a caso, dietro i mini «mondi vegetali», c’è un percorso ludo-didattico di educazione ambientale in aula con il personale della cooperativa Cauto. Non bastasse, la stessa attenzione si nota pure nel gadget-regalo a tema, in perfetto abbinamento con l’iniziativa: consegnata ad ogni alunno una piantina da far crescere a partire dai semi. Un piccolo gesto tanto bello quanto pieno di significato, istruttivo.
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