Cosa sta succedendo nelle scuole della Bassa bresciana
Da qualunque parte la si guardi, restano due certezze. Prima: genitori e dirigenti, ma anche molti insegnanti, sono arrabbiati. Seconda: per tutelare i diritti degli adulti si calpestano quelli dei bambini.
Del caos che sta vivendo la scuola bresciana ci siamo occupati domenica, partendo dalla lettera dei dirigenti scolastici dell’Ambito 10, pronti a denunciare che «il rinvio delle nomine blocca l’attività». È passata una settimana e la situazione, se possibile, è peggiorata. Che le nomine fatte a scuola iniziata avrebbero disturbato lo svolgimento delle lezioni era facile da immaginare: capita tutti gli anni. Questa volta, però, si è andati oltre, arrivando a bloccare le lezioni già avviate.
All’Ic di Leno, Vanda Mainardi, la dirigente scolastica che aveva sollevato il problema, ieri ha mandato questa lettera ai genitori: «Siamo spiacenti di comunicare che l’orario di funzionamento della scuola primaria torna ad essere antimeridiano, con mensa, per la settimana dal 30 settembre al 4 ottobre, a causa delle operazioni di immissioni in ruolo e di nomine annuali dei docenti, che comportano per il nostro istituto comprensivo la perdita di tredici insegnanti».
In pratica: a causa delle immissione in ruolo e delle nomine, la scuola si trova senza insegnanti, con conseguente taglio delle ore di lezione pomeridiane. A questo si aggiungono gli annessi: rimodulazione della mensa e del trasporto alunni, ma anche e soprattutto problemi per le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori. Famiglie che s’erano organizzate in base al precedente orario e che ora non sanno a chi affidare i figli.
«Che senso ha questo caos? – chiede Vanda Mainardi –. Bastava dare ai vincitori di concorso la nomina giuridica da quest’anno scolastico, posticipando il trasferimento al prossimo». Tradotto: i vincitori di concorso potevano essere immessi in ruolo, ma lasciandoli per quest’anno sulla loro attuale cattedra. È stato fatto in altre occasioni. «Invece – continua Mainardi – si è scelta questa procedura che, temo, si ripeterà, perché a breve ci saranno altre nomine, quindi altri cambi. Ancora una volta, per tutelare i sacrosanti diritti degli adulti, si calpestano quelli dei bambini, che si vedono negato parte del tempo scuola».
La lettera
In altri Comuni la situazione è la stessa. A Calvisano, ad esempio, ma anche Ghedi, dove forse il tempo pieno partirà a metà della settimana prossima. A Ghedi si sono fatti sentire i genitori, che hanno scritto una lettera al ministero, all’Ust, al Comune e alla dirigente scolastica, chiedendosi quello che si chiedono tutti: «Non è un mistero che l’inizio della scuola sia stato calendarizzato per il 12 settembre 2024, ma è un mistero incomprensibile il motivo per il quale ad oggi manchi organico adeguato a coprire le richieste della scuola».
Una rassicurante risposta è arrivata dalla dirigente scolastica Valentina Marafioti: «Comprendo le preoccupazioni, ma vi assicuro che l’Ic sta lavorando per ripristinare quanto prima il regolare funzionamento dell’orario scolastico completo. La scuola sta facendo tutto il possibile per coordinarsi con gli enti competenti, affinché ogni bambino possa frequentare le lezioni a tempo pieno».
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