Scuola

Che digitale sei? I risultati del test

Hanno risposto più di 400 persone, la maggior parte ragazzi/e tra i 16 e i 20 anni
Progetto Oasi: «Che digitale sei?», i risultati del test - © www.giornaledibrescia.it
Progetto Oasi: «Che digitale sei?», i risultati del test - © www.giornaledibrescia.it
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Saggio, agile, stupido: tre aggettivi che possono differenziare l’agire di ogni individuo nella relazione con le altre persone, rispetto ai loro comportamenti o nei loro atteggiamenti. Da alcuni anni questi aggettivi vengono utilizzati anche per definire il nostro rapporto con le nuove tecnologie, e nello specifico la nostra capacità di poterci tutelare durante il loro utilizzo.

Come proteggiamo i nostri dati personali, in quale modo rispondiamo ad un’offesa ricevuta sui social, quanto approfondiamo la veridicità delle informazioni che troviamo sul web sono alcune delle domande alle quali, tramite l’attività «Che digitale sei», hanno risposto più di 400 persone, la maggior parte ragazzi dai 16 ai 20 anni.

Dato principale, emerso dalle risposte degli intervistati, è che la metà delle persone si approccia alle nuove tecnologie da Saggio digitale, così definito da Prensky «saggezza riferita all’utilizzo prudente della tecnologia per accrescere le nostre potenzialità».

Solamente il 2% degli intervistati sono risultati Stupidi digitali, «colui che delle tecnologie fa usi impropri, dannosi, trasgressivi», dimostrando con le loro risposte di non aver ancora maturato le competenze ed attenzioni necessarie per essere dei buoni e corretti cittadini digitali.

Emerge inoltre che la maggior parte delle persone, di fronte alla richiesta di accettare le condizioni di utilizzo proposte dalle applicazioni, accetta senza prima aver letto l’informativa, di fatto dando il consenso a tutti i termini imposti dai gestori, come ad esempio l’esenzione da conseguenze legali o l’assegnazione dei diritti di proprietà intellettuale.

Oltre il 40% delle persone che hanno utilizzato l’attività «Che digitale sei» ha dichiarato che i propri profili social «sono pubblici, cosi tutti possono vedere i miei post»: questo dato evidenzia i bisogni di visibilità e protagonismo di molti giovani, sicuramente favoriti e promossi dai social network, ma allo stesso modo ci chiede, come adulti, di interrogarci sulle possibilità e occasioni che stiamo offrendo ai ragazzi per rispondere a tali bisogni «fuori» dal web.

Responsabilità, senso critico e consapevolezza sono le competenze alle quali dovremo guardare per favorire un approccio Saggio all’utilizzo delle nuove tecnologie, avvicinandoci sempre più all’essere dei buoni cittadini digitali.    

Saggio, agile, stupido sono gli aggettivi ormai utilizzati per definire le personali modalità di utilizzo del web; tramite la nostra attività abbiamo cercato di favorire la consapevolezza rispetto all’approccio con le nuove tecnologie di ognuno.

Gli stessi aggettivi possono definire le nostre modalità relazionali quotidiane «fuori» dal web: per questo motivo non possiamo dimenticare che per promuovere la saggezza digitale dobbiamo partire dal promuovere l’educazione alla cittadinanza e alle relazioni interpersonali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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