Caos docenti, supplenti convocati e poi lasciati fuori dalle scuole

Anita Loriana Ronchi
Il disservizio riguarda tremila insegnanti, convocati sabato sera con una mail e stamattina respinti: la presa in carico è stata sospesa. Grande frustrazione per i docenti, arrivati da tutta Italia e che non sanno dove e se prenderanno servizio
Caos scuola: prese in carico dei docenti sospese
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Dovevano prendere servizio questa mattina nelle scuole bresciane, dopo aver ricevuto la nomina per la supplenza a tempo determinato. Invece si sono sentiti rispondere che al momento non è possibile, tutto è «congelato temporaneamente», come indicato da una nota diramata nelle prime ore della mattinata dall’Ufficio scolastico territoriale di Brescia.

Parliamo di circa 3mila docenti delle scuole di ogni ordine e grado che, nei giorni scorsi, hanno avuto l’assegnazione per l’immissione in ruolo o che, sabato sera, sempre con modalità online, hanno ricevuto la nomina sulle Gps (Graduatorie provinciali supplenze), tenendo conto che parecchi di loro sono arrivati da altre città.

La comunicazione dell'Ufficio scolastico territoriale - © www.giornaledibrescia.it
La comunicazione dell'Ufficio scolastico territoriale - © www.giornaledibrescia.it

Il motivo pare essere la necessità di effettuare nuovi controlli sulle graduatorie e quindi sulle assegnazioni. In pratica, potrebbero essersi verificati degli errori, tali però da non consentire stavolta le normali procedure che vengono avviate ogni anno a inizio settembre. Si saprà forse qualcosa di più nelle prossime ore. Intanto i sindacati sono subissati di telefonate, oltre che dagli insegnanti, anche dalle segreterie scolastiche e nella scuola è il caos.

Una situazione già difficile

Si partiva da una situazione già complicata, con circa 3.000 cattedre vacanti in provincia di Brescia (11.287 in Lombardia). A ciò si aggiunge il fattore Dl Scuola 71, che estende il termine per le immissioni in ruolo derivanti dalle graduatorie concorsuali fino al 31 dicembre 2024. Ciò comporta il rischio che a novembre o dicembre, per una serie di materie, l’insegnante che sta svolgendo la propria attività e che è un supplente temporaneo venga licenziato e al suo posto arrivi l’avente diritto.

Altro annoso problema riguarda il sostegno: soltanto nella scuola primaria servono 4.111 docenti, sul territorio regionale, a fronte di 171 candidati.

L’insegnante arrivata da Salerno

Ha 26 anni, è di Battipaglia e ha ricevuto la convocazione sabato sera: domenica è partita dalla provincia di Salerno per poter essere oggi, lunedì, all’istituto Dandolo di Corzano. «Io e i miei colleghi ci siamo presentati a scuola questa mattina verso le 8 e ci hanno detto che il servizio è stato annullato – spiega – non abbiamo potuto nemmeno parlare con un dirigente: per ora non c’è un avviso sul sito, non c’è niente di ufficiale. Solo un foglio sulla porta dell’istituto».

La situazione è per certi versi drammatica. «Ho speso soldi per i trasporti e per trovare un alloggio, cosa che non è facilissima nel weekend – continua l’insegnante –. Passerò qualche altro giorno a Brescia perché costerebbe di più tornare a casa con l’incognita di dover tornare nuovamente. Il problema è che non sappiamo nulla e dunque nemmeno se la situazione si risolverà e se potremo lavorare dove siamo stati assegnati».

L’insegnante bresciana

«Ci hanno mandati via senza darci spiegazioni – conferma un’insegnante precaria di San Zeno – e onestamente siamo a dir poco confusi». Tra i tremila docenti travolti dal caos di questa mattina c’è anche lei, che come gli altri ha ricevuto la mail di convocazione da parte del Ministero sabato sera attorno alle 20.

«Sono stata convocata all’istituto di Villa Carcina che non era nemmeno tra le mie preferenze – ci racconta –, ma non c’era modo di segnalare il disservizio, solo di cliccare sul link per rifiutare l’incarico. Cosa che non ho fatto, ovviamente, visto che ho una famiglia da mantenere». L’impossibilità di individuare la cause del rifiuto è frustrante: «Ci hanno lasciati fuori da scuola senza dirci perché, siamo stati mandati a casa e ora attendiamo risposte».

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