Scuola

Arici, l’alternanza tra sociale, cultura ed editoria

Lo storico liceo cittadino ha proposto ai suoi ragazzi esperienze tra Africa e chiesa del Carmine
Un momento dell’alternanza dell’Arici: gli studenti promuovono la visita della chiesa del Carmine - © www.giornaledibrescia.it
Un momento dell’alternanza dell’Arici: gli studenti promuovono la visita della chiesa del Carmine - © www.giornaledibrescia.it
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Sono quindici i progetti, che toccano tre aree tematiche, di alto livello progettuale e contenutistico, che il Liceo Classico Arici ha deciso di offrire ai suoi studenti del triennio che si recano in alternanza scuola-lavoro. «In quanto Liceo Classico, la nostra alternanza non è strettamente professionalizzante, ma vuole avvicinare i ragazzi al mondo che sta fuori la scuola, e allo stesso tempo vogliamo che vedano come il mondo scolastico abbia una ricaduta proprio sulla vita di tutti i giorni» ci dice Maria Rosa Raimondi, preside dello storico istituto cittadino.

«Così - prosegue la dirigente - vengono confezionati progetti ad hoc con tre diversi indirizzi: quello umanistico letterario, dove agli studenti è richiesto mettere in pratica anche quanto appreso in classe, presso Editrice La Scuola, Cisl Scuola, università Cattolica e diversi gruppi editoriali cittadini (tra i quali proprio il Giornale di Brescia); un indirizzo volto alla conoscenza della città, al quale compartecipano la Camera di Commercio, Brescia Trasporti e la Soprintendenza per i Beni Culturali; in ultimo il mondo del sociale, del volontariato, dove gli studenti si sono recati presso la Congrega di Carità Apostolica. Abbiamo infine partecipato al progetto Operazione Museke, iniziativa nata una ventina di anni fa che si è occupata ai tempi di accogliere bambini sfortunati del Rwanda».

Infine appartiene all’area umanistica ed è volto alla conoscenza della città il progetto dal titolo Percorsi Museali per tutti, che ha portato gli studenti alla scoperta della chiesa di Santa Maria del Carmine, per poi far loro sviluppare percorsi di visita realizzati anche attraverso strumenti comunicativi digitali a loro più congeniali.

«L’elemento caratteristico e di valore della nostra alternanza è l’approfondita progettualità di ogni percorso, con i tutor scolastici che personalmente si recano sul luogo di lavoro, per valutare sia l’ambiente che l’attività dello studente» sottolinea il professor Gian Enrico Manzoni, referente di istituto per l’alternanza, il quale dà anche un giudizio complessivo su questa modalità didattica entrata in vigore ormai tre anni fa: «Non possiamo che valutare positivamente l’alternanza scuola-lavoro. Seppur non professionalizzante, insegna agli studenti un modo di porsi tra il mondo scolastico e il mondo del lavoro. Certo, per il liceo 200 ore sono forse troppe: stiamo comunque studiando il modo di armonizzarle nei curricula degli studenti, non togliendo contenuti ma dandole tutto il valore formativo che merita».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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