Anche i liceali studiano la qualità dell'aria di Brescia
L'inquinamento atmosferico di Brescia è un fatto noto, che periodicamente finisce tra le classifiche di qualche rapporto internazionale. Ma per avere un assaggio dello stato di salute dell’aria è utile provare anche in prima persona: a prendere i dati, analizzarli, ipotizzare correlazioni tra i valori e poi confrontarsi per restituire un quadro che evidenzi problematiche ma renda anche tutti più consapevoli.
È stato questo lo spirito che ha animato il progetto «Cittadinanza scientifica in azione» dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, finanziato con il 5x1000, che ha coinvolto per diversi mesi 85 studenti di quattro licei scientifici cittadini (Canossa Campus, Calini, Leonardo e Copernico): l’obiettivo era sensibilizzare ragazzi e ragazze sulle tematiche ambientali attraverso l’analisi dell’inquinamento atmosferico diffuso, cimentandosi nella ricerca in prima persona.
Il progetto
C’è chi si è concentrato sulle origini degli inquinanti, chi invece ha studiato il funzionamento dei sensori. «Al di là dei risultati, comunque in linea con le aspettative, è stato un approccio divertente alla scienza e un bel lavoro di gruppo» dice Simone Ceretti della 4N al Leonardo. Feedback positivo anche per i docenti: «I ragazzi si sentivano responsabili del lavoro e si sono organizzati anche nei pomeriggi - racconta Enrica Spiller, insegnante di Fisica al Leonardo -. Quanto ai numeri, hanno confermato la concentrazione di Pm10 che già si conosce».
Tra TikTok e i dati
Per arrivare a parlare di emissioni e trasduttori davanti, fra gli altri, al direttore del dipartimento di Matematica e Fisica Luigi Sangaletti e ad Angelantonio Capretti e Nunzio Pisano dell’ufficio Sostenibilità ambientale del Comune, gli studenti hanno passato ore in laboratorio e chini su fogli di calcolo.
«L’analisi dei dati in modo così preciso è stata una novità per noi che ci ha permesso di capire meglio come funzionino la ricerca e le sue difficoltà e acquisire nuove competenze - spiegano Andrea e Nicola del Canossa -. Noi guardiamo diversi contenuti sull’ambiente su YouTube, TikTok e Instagram, che trattano però più che altro gli effetti della crisi climatica. Alla luce di questa esperienza, sarebbe utile riuscire a integrare un racconto visuale, e fruibile, dell’inquinamento anche con dati simili a quelli su cui abbiamo lavorato in questi mesi».
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