Alle elementari arriva il maestro di ginnastica
Arriva il maestro di ginnastica alla scuola elementare: una novità prevista dall'ultima legge di bilancio non del tutto scontata dopo le incertezze emerse sulle coperture finanziarie. E quindi alla primaria le attività didattiche verranno integrate con la presenza del docente di educazione motoria; in particolare, il prossimo anno scolastico, 2022/2023, si comincerà dalle quinte e saranno circa 25mila le classi coinvolte di cui oltre 15mila a tempo normale, le rimanenti a tempo pieno, per un totale stimato di 2.200 docenti. Nel frattempo il ministero dell'Istruzione sta predisponendo il concorso per 2.247 docenti; le classi coinvolte saranno complessivamente 24.693.
A chi compete insegnare l'educazione fisica
L'educazione fisica nella primaria è una materia prevista dall'ordinamento, ma il suo insegnamento è stato negli anni delegato ai tutor, figure fuori dall'organico, spesso al lavoro in forma indiretta. «È una importante novità - ha detto il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi - un tassello che rientra nel percorso di costruzione di una nuova scuola che stiamo realizzando con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e con le misure adottate in questi mesi, comprese quelle dell'ultima legge di bilancio».
Soddisfatti il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso e la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. «La continua sinergia con il Ministro Bianchi - dice quest'ultima - ha prodotto un risultato storico: scuola e sport camminano insieme sin dai primi anni scolastici, per contribuire a formare una società e un Paese migliori». Nel frattempo, sempre oggi è stato siglato un protocollo dal Ministro Patrizio Bianchi e il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli con l'obiettivo di rinforzare e potenziare le competenze degli studenti con disabilità, anche per recuperare la socialità dopo la pandemia.
Le obiezioni
Su un altro fronte è avvenuto in queste ore l'incontro tra il ministero dell'Istruzione e i sindacati della scuola sui contenuti del decreto legge di riforma del sistema di reclutamento e della formazione iniziale e in servizio del personale docente. Una riforma però che sembra lasciare tutti scontenti. «Sul reclutamento non ci siamo, non va bene il metodo con cui il Governo si appresta a intervenire, non convince un impianto farraginoso e lacunoso al tempo stesso. Siamo ben lontani da quanto sta scritto nel patto per la Scuola, con l'impegno a sostenere processi di "innovazione condivisa", a partire proprio dal reclutamento», lamenta la segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci. Per la Flc Cgil «le caratteristiche della proposta rimangono complessivamente molto fumose. Il principale problema del modello proposto riguarda l'assenza totale di un collegamento tra formazione e accesso all'assunzione a tempo indeterminato. Una questione che nel caso dei precari è cogente, tanto che l'unica strada che gli si prospetta è il concorso a quiz». «Insegnare a scuola deve essere una vocazione, non un martirio» è il commento laconico di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
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