All’Audiofonetica le nuove tecnologie sono «For ALL»
Il cammino di conoscenza delle opportunità offerte dalle tecnologie informatiche in ambito didattico è iniziato alla Scuola Audiofonetica di Brescia. Un percorso scritto in un progetto di ricerca lungimirante, voluto dall’Università degli Studi di Bergamo: «For ALL: Accessibility, Languages, Learning». Il terreno fertile non poteva essere che quello della scuola che ha sede in via Sant’Antonio, che dal 1974 realizza un modello di integrazione delle disabilità unico in Italia. «La pandemia - ha sottolineato ieri presentando il progetto Anna Paterlini, direttrice della scuola gestita dalla Fondazione Bresciana per l’Educazione mons. Giuseppe Cavalleri - ha accelerato il processo di digitalizzazione e aumentato l’uso delle tecnologie all’interno delle scuole. Tocca a noi trasformare il cambiamento in opportunità, a vantaggio di tutti i nostri i alunni».
«L’obiettivo dei ricercatori del Dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Ateneo bergamasco - ha spiegato la professoressa Federica Baroni, responsabile scientifica di For ALL - è quello di lavorare in sinergia con i docenti della scuola Audiofonetica sui temi dell’accessibilità, mettendo in campo una sperimentazione didattica con l’uso delle tecnologie, trasversale alle età e alle discipline».
Dal nido alla secondaria di primo grado, pertanto, il progetto si plasmerà e sarà realmente «For ALL». Nelle specifico le famiglie dei piccoli che frequentano il nido e la scuola dell’infanzia saranno coinvolte in momenti di riflessione sull’utilizzo della tecnologia consapevole e in un’ottica di prevenzione, mentre i bambini della primaria e della secondaria saranno educati a cogliere le opportunità offerte dal digitale e dai linguaggi multimediali. L’auspicio è che grazie al progetto l’Audiofonetica riesca sempre più da un lato a sostenere gli alunni in difficoltà nell’approccio alle nuove tecnologie, e dall’altro a valorizzare gli studenti attratti dalla comunicazione visiva o dal desiderio di sperimentare forme espressive alternative. L’auspicio della scuola bresciana, eccellenza dell’approccio didattico inclusivo, e dell’Ateneo di Bergamo è quello di poter condividere con altri istituti di formazione i risultati del progetto di ricerca affinché il seme del «fare condiviso» possa germogliare.
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