Al Calini quattro borse di studio in ricordo di Giulia Minola
Il dolore è inesauribile, ad alleviarlo – quel poco che è umanamente possibile – è il desiderio di ricordare Giulia aiutando il futuro di altri giovani. Nadia Zanacchi, mamma di Giulia Minola, la ventenne bresciana morta il 24 luglio 2010 nella calca del raduno di musica techno Loveparade a Duisburg, in questi 12 anni si è spesa per avere giustizia e per dare nuove forme al sogno che era di sua figlia. Per questo ha istituito, creando un fondo in Fondazione Comunità Bresciana, in favore di studenti meritevoli, maturati nell’Istituto Calini, il liceo che ha frequentato anche Giulia.
«Ringrazio il dirigente scolastico Marco Tarolli, la professoressa Buratti, la Fondazione e le mie amiche che mi sono sempre vicine. Questa borsa di studio che porta il nome di Giulia è solo una parte del progetto di eduzazione civica che affrontiamo durante l’anno: vogliamo che i ragazzi sappiano l’importanza di difendere i propri diritti, anche quando la giustizia va da un’altra parte».
La terza edizione della bora di studio è stata consegnata agli studenti, maturati nel corso di doppia lingua del Calini, Andrea Carbonelli, Anita Codenotti, Anna Lo Presti e Luca Mombelli che si sono distinti all’esame di maturità con la valutazione di 100/100. «Il nostro liceo con l’inziativa “Quale giustizia per Giulia?” segue il percorso processuale intrapreso dalla famiglia presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per sensibilizzare – ha detto Tarolli – gli studenti nel comprendere i loro diritti e doveri come cittadini d’Europa».
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