Adolescenti e sessualità, il ruolo educativo degli adulti
Il tema della sessualità in adolescenza sembra essere per molti adulti un oggetto difficile da maneggiare, dal contenuto incerto, la cui gestione viene spesso delegata con sollievo ad altri.
In realtà, la sessualità è una parte fondante della vita di tutte le persone, siano essi adulti o adolescenti, e definire sé stessi passa anche attraverso il delicato percorso di costruzione della propria identità sessuale.
Il modo in cui ciascuno realizza e vive la sessualità è influenzato da tanti fattori diversi: l’ambiente familiare in cui si cresce, gli incontri fatti, il contesto storico e culturale nel quale si è immersi, le esperienze traumatiche che possono lasciare segni, il credo religioso e molti elementi biologici. Per questo motivo non è possibile parlare di «una» sessualità, ma di «molte» sessualità possibili.
Le differenze nel modo di interpretare la sessualità, quindi, non vanno necessariamente intese come patologiche, ma piuttosto interpretate come l’espressione unica, personale e originale della propria individualità.
Per l’adolescente confrontarsi con i temi della sessualità significa sperimentare i cambiamenti del corpo, le diverse modalità di esprimere il proprio essere maschio o femmina e anche l’oggetto del proprio orientamento sessuale.
Fare educazione sessuale non si esaurisce nello spiegare «come nascono i bambini» o parlare sbrigativamente di contraccezione; la sessualità non significa solo «atto sessuale», ma soprattutto incontro e relazione con l’altro e con sé stessi e il proprio corpo.
Educare alla sessualità significa guidare i ragazzi e le ragazze lungo il loro percorso di maturazione psicosessuale, spesso tortuoso, fatto di incertezze, pericoli e stereotipi con cui confrontarsi. L’obiettivo è che ciascuno trovi il proprio modo di esprimere se stesso, che possa fare scelte libere e consapevoli, rispettose di sé e dell’altro.
Alla luce di ciò, tutti coloro che si occupano di ragazzi/e possono fare la loro parte nell’educare alla sessualità: i professori, gli educatori, gli allenatori e i genitori. La famiglia, infatti, è il primo contesto in cui si può fare una buona educazione alla sessualità, attraverso un dialogo costante con i ragazzi/e e, soprattutto, l’esempio quotidiano.
Nel video che proponiamo, la dottoressa Caterina Gardani, psicologa-psicoterapeuta e sessuologa, affronta sinteticamente il tema dell’educazione sessuale offrendo alcuni spunti ai genitori per orientarsi sul tema e provare a comprendere l’importanza del loro ruolo di educatori anche rispetto al tema della sessualità, nella quotidianità con i propri figli/e.
L’articolo odierno è stato realizzato nell’ambito del progetto BeAdo, sostenuto da Fondazione Comunità Bresciana. Il progetto, realizzato nell’anno scolastico 2019/2020, si è occupato con diversi interventi, di promuovere il benessere negli adolescenti, lavorando su tematiche legate alla tutela della salute e alla prevenzione dei comportamenti a rischio. Ha coinvolto l'intera comunità scolastica, creando occasioni di riflessione e formazione anche per insegnanti e genitori, adulti di riferimento dei giovani coinvolti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato