A Brescia arrivano nuove regole per calcolare le rette scolastiche
Cambia il sistema con cui vengono calcolate le rette per le scuole di Brescia: dalle 32 fasce Isee attuali cui corrisponde una determinata contribuzione (che era uguale per tutti, nel range di una singola fascia) si passa ora a un sistema a progressione lineare.
Tradotto in parole semplici significa che la nuova quota del sistema tariffario comunale sarà pesata e valutata in modo puntuale sulla base dell'Isee specifico. E questo «per garantire una maggiore equità, che è la parola-chiave di questa operazione» come ha annunciato a palazzo Loggia l'assessora all'Istruzione del Comune di Brescia, Anna Frattini. Il cambiamento entrerà in vigore dall'anno scolastico 2024/2025. E a cascata arriveranno altre modifiche allo status quo.
«Una delle questioni più delicate tra tutti i temi discussi in occasione del 25 novembre, Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne, è di natura economica. Per questo abbiamo previsto che la gratuità che già esiste per i minori posti sotto protezione, perché figli di collaboratori di giustizia, sia estesa anche ai figli di vittime di violenza domestica». Ed è stata anche introdotta la retta minima per i minori ospiti di comunità educative o in affido, anche se residenti fuori dal comune di Brescia: palazzo Loggia si augura che presto altri municipi adottino gli stessi strumenti.
Apertura
Tutto questo è stato annunciato a tre giorni dall'apertura generale delle iscrizioni per le scuole dell'obbligo. Giovedì 18 gennaio si apre dunque la procedura anche per scuole dell'infanzia e per le primarie – comunali e paritarie convenzionate, per le quali il meccanismo di iscrizione è identico (sezione servizi online del portale del Comune di Brescia) – che resta aperta fino al 10 febbraio. Per i servizi scolastici, ossia mensa trasporto e pre-scuola, c'è invece tempo fino al 29 febbraio 2024.
Ma venendo al cambiamento concreto che entrerà in vigore nel '24/'25, va ribadito che di fatto muteranno le singole quote per gli utenti, con «il fine di distribuire in modo più graduale la compartecipazione, anche per quel che riguarda i nidi» (uguale metodo a progressione lineare, diverse le date di iscrizione: per i divezzi a marzo, a maggio per i lattanti). Sul sito del Comune nelle prossime settimane sarà possibile trovare un simulatore digitale - o uno strumento analogo - per rendere tangibile e calcolabile la trasformazione e permettere ai cittadini di capire quanto pagheranno.
Esempi
È però possibile fare degli esempi. Per la scuola dell'infanzia con un Isee da 8mila euro il cittadino pagherà il 50,45% della retta intera (che equivale a 135 euro): quindi la cifra mensile in questo caso equivarrà a circa 68 euro. Chi ha un Isee da 16mila euro pagherà invece il 67% della cifra intera, circa 90 euro. Il Comune garantisce di non aver toccato né la quota minima – il 34% di quella intera ossia circa 45,9 euro al mese – né la massima e annuncia di aver portato la fascia più alta a 32mila euro, mentre prima quest'ultima scattava nel caso di superamento di quota 30 mila. I non residenti pagano 150 euro al mese.
Osservando nello specifico i costi della ristorazione a carico degli utenti va specificato che la tariffa massima a pasto resta 6,75 euro e che sarà sempre graduata in base al reddito. Sono utili esempi anche per questo ambito: con Isee da 10 mila euro la quota è di 3,50 euro a pasto. Sale a 4,97 con un Isee doppio, da 20mila. Con il passaggio al nuovo sistema qualcuno pagherà dunque meno di prima, qualcun altro verserà di più. Ma considerando che già prima esistevano 32 fasce Isee, i cambiamenti specifici dovrebbero influire in modo lieve, nel solco di una maggior specularità tra il preciso indicatore della situazione socioeconomica della famiglia e le rette da versare.
Questionario
Palazzo Loggia ha anche presentato i risultati dei questionari sui pareri degli utenti dei servizi: in generale i tassi sono elevati perché superano l'86-87% di «soddisfazione».
Il Comune gestisce direttamente 19 scuole dell'infanzia e sostiene economicamente altre 20 paritarie convenzionate. La spesa complessiva è di oltre 18 milioni, coperti solo per 1 milione da trasferimenti statali mentre le rette delle famiglie sostengono parzialmente la refezione: per questa voce - a fronte di 3,8 milioni di spesa - le famiglie coprono il 47%. Per la mensa delle primarie la spesa è di 6,3 milioni (dalle rette arriva il 57%); per nidi, sezioni primavera e «tempi per le famiglie», cioè la fascia 0-3 anni, «a fronte di una spesa di 8 milioni di euro, sommando le rette e i modesti trasferimenti regionali e statali - in totale circa 1,6 milioni di euro - il tasso di copertura a carico delle famiglie scende al 19.9%».
Giovedì si apriranno dunque le iscrizioni per le scuole dell'obbligo: va ricordato che per iscriversi alla classe prima, oltre all'iscrizione sul sito del ministero dell'Istruzione, bisogna completare l'iter con quella online per il Comune di Brescia, per servizi scolastici, pre-scuola e ristorazione.
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