Scienza

Perché il Sole assomiglia a una gigantesca pentola di pop-corn

Grumi di plasma vengono scagliati dal guscio della nostra stella (la fotosfera) verso lo strato più esterno della sua atmosfera
Perché una pentola di pop-corn può ricordare quel che accade nel Sole - Foto di repertorio
Perché una pentola di pop-corn può ricordare quel che accade nel Sole - Foto di repertorio
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Il Sole assomiglia a una gigantesca pentola di popcorn: grumi di plasma vengono infatti scagliati alla velocità di oltre 100 mila chilometri orari dal guscio della nostra stella (la fotosfera) verso lo strato più esterno della sua atmosfera (la corona solare), trasferendole materia ed energia.

Ad osservarlo per la prima volta, grazie alle riprese ad alta risoluzione del telescopio spaziale Iris della Nasa, è stato un gruppo internazionale di ricercatori guidato da Abhishek Kumar Srivastava dell'Indian Institute of Technology (Bhu), a cui ha partecipato anche Marco Stangalini dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) a Roma. I risultati dello studio sono pubblicati su Nature Astronomy.

Il telescopio spaziale Iris della Nasa - Foto di repertorio
Il telescopio spaziale Iris della Nasa - Foto di repertorio

«Questa scoperta fornisce importanti elementi riguardo un nuovo processo di dinamica del plasma, noto come pseudo-shock, che agisce come un'importante sorgente di energia nelle regioni attive del Sole, contribuendo in modo significativo alle alte temperature della corona solare», commenta Stangalini sul sito dell'Inaf.

«Gli pseudo-shock furono notati la prima volta nel 1958 dal ricercatore di origine italiana Luigi Crocco qui sulla Terra, in flussi di fluidi supersonici decelerati a velocità subsoniche all'interno di condotti. Ora li abbiamo ritrovati per la prima volta sul Sole, osservando direttamente la sua atmosfera».

Si apre così «un nuovo orizzonte per la comprensione della fisica dell'atmosfera solare», che verrà maggiormente esplorata nei prossimi anni «grazie ai nuovi telescopi di grande diametro come Dkist, Est e Nlst, e alle missioni spaziali come Parker Solar Probe, Solar Orbiter, Aditya-L1», aggiunge il ricercatore.

Capire a fondo perché la corona solare è più calda della fotosfera sottostante assume particolare importanza anche in riferimento alla possibilità di ricreare sulla Terra le condizioni per la fusione controllata e la generazione di energia pulita. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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