L'immutabile ripartizione fra le ore di luce e quelle notturne
La Terra occupa quattro posizioni fondamentali nei giorni che segnano l'inizio delle stagioni astronomiche: i due Equinozi di primavera (21 marzo) e autunno(23 settembre), nei quali il giorno è suddiviso in 12 ore di luce e 12 ore di buio in ogni punto della Terra, e i due Solstizi d'estate e d'inverno, che cadono rispettivamente il 21 giugno e il 22 dicembre.
Al Solstizio d'estate, nell'emisfero settentrionale, il dì raggiunge la sua durata massima (16 ore) e la notte si riduce a 8 ore, mentre è il contrario in quello invernale.
In corrispondenza del Solstizio d'estate i raggi solari sono perpendicolari al Tropico del Cancro, mentre al Solstizio d'inverno sono perpendicolari al Tropico del Capricorno.
Il 21 giugno il Sole sorge e tramonta più a settentrione rispetto a qualsiasi altro momento, dando quindi il dì più lungo e la notte più corta dell'anno. La calotta polare, invece, resta illuminata per tutto l'arco delle 24 ore e il sole non tramonta mai (fenomeno del Sole di mezzanotte).
Nell'esatto mezzogiorno astronomico del Solstizio d'estate al Tropico del Cancro le ombre degli edifici e dei pali scompaiono, ed è possibile vedere l'immagine del disco solare riflessa nell'acqua del fondo dei pozzi.
Ovviamente quando il tempo lo permette e non certo come accaduto il 21 giugno, quando il tempo non è stato propriamente clemente. Ma il meteo non tiene conto dei Solstizi.
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