L'ibis eremita è tornato nel Bresciano: la sua casa tra la Valcamonica e il lago d'Iseo
L’Ibis eremita fa ritorno a Brescia. Vitorio, così si chiama la femmina di Ibis eremita, nata nello zoo di Rosegg nel 2014, è arrivata proprio ieri in Val Camonica. «Allertati dall’associazione Waldrappteam - racconta Antonio Delle Monache Coordinatore Guardie Wwf Lombardia - abbiamo subito informato i Carabinieri Forestali e il Corpo di Polizia Provinciale sulla presenza di Vitorio, un’ibis eremita oramai indipendente e capace di migrare dalle zone di riproduzione a quelle di svernamento invernale, che si era fermato nei pressi dell’abitato di Niardo, una segnalazione fatta anche alla luce dell’uccisione, avvenuta qualche anno fa, di un esemplare di ibis in Val Camonica».
Vitorio ha imparato a migrare grazie alla migrazione a guida umana e nel 2016 è tornata per la prima volta nella zona riproduttiva di Kuchl nel salisburghese ed ha iniziato a nidificare con successo nella primavera del 2017. Anche quest’anno si è riprodotta in Austria e con il partner Pino ha allevato quattro giovani ibis. «Questa mattina - spiega il Wwf - i militari della Forestale di Breno si sono recati sul posto e hanno trovato Vitorio che si alimentava in un prato, poco dopo l’ibis ha spiccato il volo verso sud. Gli ultimi dati del gps segnalano che Vitorio ha quasi raggiunto il lago d’Iseo».
La storia dell'ibis eremita
Estinto in Europa nel corso del XVII secolo, l’Ibis eremita (Geronticus eremita) sopravviveva in natura solo con una ridotta popolazione in Medio Oriente (ora estinta) e una popolazione in Marocco che tuttavia è composta da soli esemplari sedentari. L’ambizioso progetto di reintroduzione dell’Ibis eremita in Europa inizia nei primi anni del 2000, grazie all’associazione austriaca «Waldrappteam Conservation and Research» e mira a creare una popolazione autosufficiente della specie entro il 2028. «Nei primi anni - spiegano dal Wwf - agli ibis eremita veniva insegnato a migrare accompagnandoli con parapendii a motore e giunti quest’anno alla sedicesima migrazione a guida umana, molti esemplari hanno imparato a volare in modo indipendente sopra le Alpi, dai quartieri di nidificazione ai quartieri di svernamento (il principale presso l’Oasi Wwf di Orbetello).
Gli ibis sono dotati di trasmettitore gps e vengono monitorati quotidianamente; una delle principali minacce al progetto sono i frequenti abbattimenti illegali: le percentuale di perdite in italia dovute al bracconaggio è del 31%». Nell’autunno del 2016 un esemplare venne ucciso a Pianborno e recuperato dalle Guardie Wwf di Brescia. «Invitiamo i cittadini a prestare attenzione alla presenza di questi animali e le associazioni venatorie bresciane ad informare i propri membri su questo progetto al fine di scongiurare uccisioni illegali - conclude Delle Monache - sono animali abbastanza confidenti che sono soliti zampettare nei prati stabili alla ricerca di insetti e sono facilmente distinguibili dalle specie cacciabili. Se le future generazioni potranno godere della presenza di questa specie sarà grazie a questo straordinaria iniziativa e all’impegno che ciascuno di noi metterà per salvare ogni singolo esemplare».
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