L'approccio per curare il tumore a colon retto

L’incidenza del tumore del colon retto è in costante crescita. Sulla malattia e sulle possibilità di curae di guarigione abbiamo intervistato i medici Alessandro Paterlini e Paola Cesaro. Alessandro Paterlini è responsabile dell’Unità operativa complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva della Fondazione Poliambulanza di Brescia. Paola Cesaro è medico della stessa Unità. Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista (la prima è stata pubblicata il 3 dicembre scorso), in cui si parla dell’iter diagnostico e terapeutico da seguire nel caso in cui risulti positivo il test effettuato nel programma di screening dell’Asl che prevede la ricerca del sangue occulto nelle feci.
Che cos'è una colonscopia? Quando è necessario eseguirla?
Il colon è costituito dagli ultimi 150/180 centimetri circa di intestino, terminanti nel retto. La colonscopia è un esame che consente di visualizzare la superficie di tutto il colon inserendo, attraverso l'ano, un tubo sottile e flessibile che viene fatto avanzare lentamente mentre si introduce aria o anidride carbonica per distendere le pareti dell'intestino. Affinché tale procedura sia accurata e completa il colon deve essere completamente pulito dalle feci, per cui è necessario che il paziente esegua una preparazione intestinale con lassativi prima di essere sottoposto alla colonscopia. Per rendere tale procedura più confortevole, inoltre, al paziente generalmente viene somministrato un sedativo per via endovenosa prima di iniziare l'esame. La colonscopia permette, quindi, di identificare diversi tipi di lesioni, che possono essere responsabili della positività del test di screening. Tra queste lesioni vi sono i polipi, che sono lesioni pre-cancerose, che, nella maggior parte dei casi, in base alle dimensioni e alle comorbidità del paziente, possono essere asportati completamente nel corso della colonscopia ed analizzati. La rimozione dei polipi rappresenta, quindi, un importante mezzo di prevenzione del tumore colon-rettale. Qualora, invece, responsabile della positività del test di screening sia una neoplasia allora la gestione del caso passa in mano ad oncologi e chirurghi.
Cosa si fa nel caso in cui nel corso della colonscopia viene diagnosticata una neoplasia colon-rettale?
Innanzitutto, è necessario che il paziente venga sottoposto a degli esami radiologici che consentono di fare una stadiazione della malattia, ossia vedere se essa è estesa ad altri organi. Oggigiorno è sempre più frequente far precedere e/o seguire l'intervento chirurgico da una chemioterapia sistemica associata o meno ad una radioterapia, a seconda della precisa localizzazione del tumore e del suo stadio.
Come si può intervenire chirurgicamente?
La tipologia di intervento chirurgico cambia a seconda della localizzazione del tumore. Oggi accanto all'intervento chirurgico tradizionale esiste, in alcuni casi, la possibilità di intervenire per via laparoscopica o robotica.
Cos'è la chirurgia laparoscopica?
La laparoscopia o video-laparoscopia assistita è una tecnica chirurgica mini-invasiva che utilizza piccole incisioni sull'addome del paziente per inserire uno strumento ottico, chiamato laparoscopio, ed altri strumenti con cui eseguire manovre di manipolazione, dissezione, asportazione e sutura, cioè unione di segmenti di visceri. In questo modo si evita di dover aprire ampiamente l'addome del paziente. La laparoscopia permette di ridurre in modo significativo il trauma chirurgico, di ridurre il dolore post-operatorio, l'estensione delle cicatrici chirurgiche, la probabilità di ernie sulle incisioni chirurgiche, le perdite ematiche sia per la minore estensione delle ferite sia per una accurata emostasi necessaria durante l'intervento, il rischio di contaminazione ed infezione delle ferite, la possibilità di aderenze viscerali post-operatorie per la minore manipolazione chirurgica, di accelerare la ripresa della normale alimentazione post-operatoria, di facilitare la ripresa globale dopo l'intervento, di ridurre l'impatto estetico delle cicatrici chirurgiche, di facilitare l'accesso del paziente ad una procedura chirurgica. Per contro, la laparoscopia tende ad incrementare i tempi chirurgici e in pazienti con insufficienza respiratoria importante o cardiopatia dilatativa può essere controindicata.
Tra le tecniche chirurgiche, vi è anche la chirurgia robotica che consente al chirurgo di operare manovrando a distanza un robot non completamente autonomo ma capace di eseguire manovre comandate.
La colonscopia è l’unico esame?
I pazienti ad alto rischio, ossia con sintomi di allarme o con un test del sangue occulto fecale positivo, storia familiare o personale di cancro del colon retto, sono a rischio aumentato di avere una neoplasia colon-rettale e devono eseguire direttamente una colonscopia tradizionale. I pazienti a rischio intermedio possono essere sottoposti a test non invasivi in alternativa alla colonscopia.
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