Scienza

La Terra ha un fratello distante quattro anni luce dal Sole

Proxima b è stato scoperto 4 anni fa, ma solo ora è stato possibile confermare la sua esistenza e misurare con accuratezza la sua massa
Terra e Proxima b
Terra e Proxima b
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Confermata la presenza del fratello della Terra intorno alla stella più vicina, Proxima Centauri, distante quattro anni luce dal Sole, cioè un pianeta di massa simile, che si trova nella zona abitabile della sua stella, ossia la regione dove le temperature sono tali da consentire l'acqua allo stato liquido.

Il risultato, pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, si deve a un gruppo internazionale al quale l'Italia partecipa con studiosi dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e con la sua presenza nel consorzio Espresso che ha costruito lo strumento cruciale per la scoperta, installato sul Very Large Telescope (Vlt) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) in Cile.

Lo studio, guidato da Alejandro Suárez Mascareo, dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie (Iac), conferma la presenza del pianeta Proxima b, rivelando che ha una massa pari a 1,17 volte quella della Terra. Proxima b è stato scoperto quattro anni fa, ma solo adesso è stato possibile confermare definitivamente la sua esistenza e misurare con accuratezza la sua massa.

«La comunità astrofisica italiana è attivamente coinvolta nelle ricerche sui pianeti extrasolari rese possibili dalle misure ad alta precisione di Espresso», rileva Mario Damasso, dell'Inaf. «Abbiamo osservato Proxima nell'arco di una intera stagione, e le aspettative in termini di precisione raggiunta - ha proseguito - sono state pienamente ripagate». Proxima b è uno dei pianeti più interessanti posti nelle vicinanze del Sole: sia per la massa sia perchè si trova nella regione abitabile della sua stella.

Tuttavia la stella Proxima è una nana rossa molto attiva che bombarda il suo pianeta con raggi X; Proxima b ne riceve circa 400 volte in più di quelli che la Terra riceve dal Sole e bisogna comprendere se il pianeta abbia un'atmosfera in grado di proteggerlo da queste radiazioni nocive e se essa contenga elementi chimici, come l'ossigeno, che promuovono lo sviluppo della vita. Si cercherà di rispondere a tutte queste domande con future ricerche e con il gigantesco telescopio Elt che l'Eso sta costruendo in Cile.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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