In Italia c'è una nuova specie di scoiattolo: il meridionale
Una nuova specie di scoiattolo è stata scoperta in Italia, e a darne notizia è stato Hystrix the Italian Journal of Mammology, la quarta rivista al mondo per importanza tra quelle che si occupano di zoologia. Il nuovo animale che arricchisce la già significativa biodiversità faunistica del nostro Paese è stato chiamato scoiattolo meridionale (Sciurus meridionalis), ed è presente solo in alcune zone della Calabria e della Basilicata, dove già all’inizio del ventesimo secolo le sue popolazioni venivano considerate di interesse peculiare.
Il riconoscimento delle caratteristiche che conferiscono a questo scoiattolo l’appartenenza a una specie nuova è avvenuto per mezzo di una serie di analisi di tipo genetico, ecologico e morfologico, e rappresenta l’esito di un lavoro di gruppo realizzato da vari ricercatori italiani coordinati dall’Università degli Studi dell’Insubria di Varese. Il professor Martinoli ha divulgato la scoperta, pur dovendo ammettere che questo animale «potrebbe risultare già a rischio di estinzione, per la riduzione degli habitat, e per la competizione con altre specie».
Il colore dello scoiattolo meridionale è nero con il ventre bianco, diverso quindi da quello dello scoiattolo europeo conosciuto come scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), la cui colorazione varia dalla tonalità del rosso-arancione al bruno scuro. Se escludiamo le specie introdotte artificialmente dello scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) di provenienza nordamericana, e di quello variabile (Callosciurus finlaysonii) di origine sud-est asiatica, quello rosso è in assoluto in più diffuso in Italia, dove è presente in tutte le regioni ad eccezione della Sicilia e della Sardegna e delle isole minori. È un’esperienza piuttosto comune osservarlo mentre si arrampica sugli alberi, scende sul tronco a testa in giù e salta tra i rami utilizzando la sua lunga coda appiattita come bilanciere.
Il supporto alle sue acrobazie e all’orientamento è fornito anche da gruppi di vibrisse posti sul mantello. Supportano lo slancio nei salti le zampe posteriori, mentre quelle anteriori, più corte, sono utilizzate per portare il cibo alla bocca, A distinguerlo, oltre alla folta coda, sono i ciuffi auricolari ben visibili in inverno e le parti ventrali bianche.
Le femmine sono identiche ai maschi per colorazione e dimensioni.
Gli ambienti che frequenta in prevalenza sono foreste estese nelle quali sono presenti alberi di età diversa in grado di offrire tutte le risorse alimentari che compongono la sua dieta: nocciole, semi di conifere e latifoglie, ghiande, faggiole, castagne, germogli, gemme e funghi, ma anche uova e nidiacei predati nei nidi. I frutti secchi e i semi vengono conservati in buche scavate nel terreno e qualche volta, assieme ai funghi, nei tronchi degli alberi, e compongono una riserva di cibo fondamentale per i periodi di carestia, che influiscono in modo diretto sul tasso di sopravvivenza di riproduzione.
L’attività dello scoiattolo è diurna e intervallata da alcuni periodi di riposo, che possono arrivare fino a venti ore in periodo invernale, ma non va in ibernazione. Per la funzione del riposo utilizza più nidi, alcuni in modo saltuario e uno in modo più duraturo nella stagione fredda e per la crescita dei piccoli. I parti possono avvenire da una a due volte all’anno, e i piccoli nascono in numero compreso tra uno e cinque. In Lombardia lo scoiattolo è presente nella zona più settentrionale della regione fino alla quota di circa 2.500 metri, compresi tutti gli ambienti prealpini e alpini della provincia di Brescia. Il nome Sciurus deriva dai termini greci «Skia» (ombra) e «Oura» (coda): animale che siede all’ombra della propria coda.
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