Etologia. Poiane «antipiccioni» nella stazione Fs

Uno degli uccelli rapaci che si osservano con facilità sul territorio della provincia di Brescia è la poiana (Buteo buteo), ben diffusa in generale in tutta la Lombardia sia in ambito alpino sia prealpino.
Nidifica in ambienti forestali e boscosi, nelle fasce marginali e anche in aree aperte, e la sua dieta, che varia in funzione delle disponibilità alimentari, si compone di mammiferi di medie e piccole dimensioni, ma anche di rettili, anfibi, uccelli e invertebrati. Il suo aspetto ricorda quello di un'aquila ma le dimensioni sono più ridotte: l'apertura alare misura in media 127 centimetri per la poiana e raggiunge i 205 per l'aquila reale.
Il numero delle coppie nidificanti sul territorio lombardo è stato stimato pochi anni addietro in 450 circa, in calo drastico rispetto ai numeri anche tripli che presentava l'animale in alcuni periodi dello scorso secolo, e causato soprattutto dal massiccio utilizzo in agricoltura di pesticidi e di altre sostanze nocive.
Una situazione particolare sta offrendo in queste settimane la possibilità di osservare la presenza di questo rapace non solo agli escursionisti che camminano sotto i cieli tersi delle montagne lombarde, ma anche ai pendolari e ai frettolosi viaggiatori che transitano sotto quello più basso e meno pulito di un grande ambito urbano milanese: la stazione Centrale.
Quella di Milano Centrale è la seconda stazione italiana per volume di traffico: dal grande edificio progettato dall'architetto Ulisse Stacchini partono e arrivano ogni giorno circa 600 treni, mentre sotto e all'esterno transitano due linee della metropolitana, il passante ferroviario, numerose linee di autobus e tram urbani che vengono utilizzati quotidianamente da più di 320.000 persone. Grandi Stazioni, la società di servizi del Gruppo Ferrovie dello Stato incaricata di valorizzare e gestire le tredici principali stazioni italiane, sta riqualificando quella milanese anche attraverso l'apertura di nuovi ristoranti e spazi commerciali. Per tale motivo ha incaricato alcuni falconieri di risolvere in modo incruento il problema dei numerosi piccioni che frequentano lo scalo ferroviario, che generano sporcizia e sono motivo di disturbo per i viaggiatori.
È attualmente al lavoro per questo speciale incarico una femmina di poiana di dieci anni di nome Dolores, che prende servizio agli ordini del suo falconiere (e solo di questo) tra l'una di notte e le quattro del mattino. I piccioni infatti raggiungono generalmente le loro postazioni di riposo dopo la mezzanotte, e la finalità dei volteggi del rapace è quella di spaventarli e di costringerli a scappare.
Appartiene alla famiglia degli Accipitridi la poiana: Accipiter viene dal latino e il suo significato è «uccello da preda». Le prede qui sono i piccioni, che in una dinamica naturale riconoscono il dominio del predatore sul territorio e vengono costretti ad abbandonarlo.
Non è la prima volta che gli uccelli rapaci vengono utilizzati per fare scappare altre specie di uccelli: esemplari addestrati di falchi pellegrini ad esempio «lavorano» da tempo in alcuni aeroporti per garantire ai velivoli un decollo e un atterraggio tranquillo, proteggendoli in particolare da cornacchie e stormi di gabbiani che, finendo nei motori, potrebbero causare anche danni rilevanti all'aereo.
La figura del falconiere riveste da sempre un grande fascino: viene citata anche da Dante Alighieri, nella Divina Commedia, in alcuni canti dell'Inferno e del Paradiso. Se le poiane sapessero leggere
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Ruggero Bontempi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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