Scienza

Ecco come vivono anfibi e rettili

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Come si comportano gli animali durante la stagione invernale? E in particolare: che adattamenti sviluppano le specie caratterizzate dalla frequentazione di habitat di alta montagna dove il freddo, la fatica di reperimento del cibo e la persistenza della neve al suolo per molte settimane, causano notevoli difficoltà di movimento e grande dispendio di energie?
A questa e ad altre domande dà risposta una delle più recenti pubblicazioni realizzate dal Parco nazionale dello Stelvio dedicata agli anfibi e ai rettili che vivono nelle aree del settore lombardo del parco e, conseguentemente, in alcune delle splendide valli del versante orografico destro dell'alta valle Camonica.
All'interno dell'erpetofauna vengono raggruppate specie che non sono tra quelle più conosciute, e probabilmente neanche, il riferimento è soprattutto ai rettili, tra quelle più amate, penalizzate da false credenze e dicerie spesso prive di qualsiasi fondamento scientifico.
Il valore di questa recente ricerca, completata da un approfondimento sulle zone umide del parco, è quindi quello di promuovere la conoscenza della biologia di specie talvolta a rischio di estinzione, condizione poco invidiabile condivisa in Italia da oltre la metà delle specie di anfibi presenti e da circa la metà di quelle dei serpenti.
Per tali motivi il Parco ha realizzato alcuni specifici interventi di conservazione di piccole zone umide in via di interramento nelle quali, oltre alla presenza di pregevoli comunità floristiche di valore ecologico e sistematico, trovano ricovero anche la rana di monte e il raro tritone alpestre, in particolare nella zona dei laghi di Cancano e nella valle dei Forni.
Tra i fattori di criticità più rilevanti per la conservazione degli anfibi si citano la modifica, la frammentazione e la scomparsa degli habitat, in gran parte causate da interventi umani. Un peso rilevante è rappresentato anche dalla diffusione di specifiche patologie e dall'aumento dei predatori, costituito soprattutto da specie ittiche introdotte dall'uomo che si cibano di larve e di uova. Per quanto riguarda i rettili le informazioni a disposizione sui problemi della loro conservazione sono inferiori, ma le cause vengono anche in questo caso in gran parte ricondotte all'alterazione degli habitat e all'uccisione (ingiustificata) di numerosi individui.
Le specie di anfibi accertate e quelle che possono probabilmente essere con buona percentuale presenti all'interno della vasta area naturale protetta sono la salamandra alpina, il rospo comune, il tritone alpestre e la rana temporaria (ampiamente distribuita fino a quote superiori i 2.600 metri di altitudine). Per quanto riguarda i rettili si segnalano all'interno o in prossimità dei confini del parco l'orbettino (sauro dall'aspetto di serpente), il ramarro occidentale, la lucertola vivipara, la lucertola muraiola, la natrice dal collare, il colubro liscio, la vipera comune e il marasso. La ricerca che ha consentito di ottenere queste informazioni è stata pubblicata su un volume di gradevole lettura arricchito da numerose foto.
Ruggero Bontempi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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