Scienza

C’è un orso sul sentiero: istruzioni per contatti «amichevoli»

Per evitare brusche reazioni, è sufficiente mantenere la calma ed evitare di mettersi in una posizione che sbarri la strada all’animale
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Mantenere la calma, parlare con voce bene impostata e, se opportuno, tornare indietro senza correre, lasciando sempre all'animale una via di fuga. Sono poche, ma preziose, le regole di ingaggio da rispettare nel caso di un incontro ravvicinato con un orso nel suo habitat naturale. Se si mantengono i nervi saldi, infatti, ben difficilmente tale rendezvous avrà conseguenze negative. Gli esemplari che frequentano le Alpi Centrali (Ursus arctos), infatti, non sono animali di indole aggressiva, anche se la loro mole e la notevole forza fisica li rendono potenzialmente capaci di ferire o di uccidere una persona. Gli attacchi tuttavia non rappresentano mai il risultato di un comportamento predatorio, piuttosto di autodifesa. È quindi molto utile, in particolare per quanti frequentano la montagna, conoscere le abitudini e il comportamento dell’orso per evitare di incorrere in situazioni potenzialmente rischiose. Nelle zone in cui sono stati cacciati per lungo tempo, compreso l’arco alpino, gli orsi cercano di non rendersi visibili: svolgono la maggior parte delle attività di notte o al crepuscolo e le ore diurne vengono solitamente trascorse riposando. Le situazioni di criticità maggiori possono verificarsi in presenza di femmine con cuccioli, esemplari sorpresi all’improvviso o disturbati in tana, feriti o intenti ad alimentarsi. Attirare l’animale con esche alimentari per osservarlo o fotografarlo è quindi pericoloso, oltre che vietato dalla legge. 

Cosa fare. Ci sono diversi modi di comportamento da rispettare. Se vediamo un orso in lontananza (almeno 100 metri), ovviamente allontaniamoci. Dobbiamo assolutamente evitare di metterci sulla loro stessa direzione,anche a costo di percorrere ampie deviazioni. Ricordiamoci che l’orso è un animale timido e riservato.Se ci ha visto cominciamo a parlare con voce bassa e calma (non ha alcuna importanza ciò che diciamo, basta il suono) e allontaniamoci lentamente, tenendo sempre d’occhio il plantigrado ma evitando di fissarlo direttamente negli occhi. 

Il nostro obiettivo è di comunicare all’orso che siamo degli umani, e quindi sappiamo difenderci,non siamo spaventati, e nello stesso tempo di fargli capire che non siamo pericolosi e stiamo abbandonando il suo territorio. Se l’incontro avviene in modo ravvicinato stiamo calmi e non allarmiamo l’orso gridando o facendo movimenti bruschi, non tiriamogli dei sassi o legni, non tentiamo di scacciarlo con gesti minacciosi. Parliamo a voce alta (senza gridare) e se il plantigrado si alza in piedi e annusa non è un segno di aggressività ma è solo per identificare meglio ciò che lo circonda. E se ci allontaniamo facciamolo senza correre ed evitiamo di costringerlo in un angolo: ci attaccherebbe. In questo caso non ci resta che fingerci morti, a terra in una posizione supina. 

Nel Bresciano. Quella dell’orso bruno è una presenza consolidata in diversi ambiti della valle Camonica e dell’alto Garda, con frequentazioni anche delle montagne valsabbine e dell’alta valle Trompia. Un esemplare è stato fotografato in attività sul terreno ancora innevato della Cima Costabella, nel gruppo del monte Baldo, già nella prima metà del mese di marzo. 

La Provincia Autonoma di Trento ha avviato nel 2013,in collaborazione con il Muse Museo delle Scienze, un progetto di stima del numero di individui presenti, svolto attraverso fasi di raccolta di campioni organici (ciuffi di pelo, feci e tessuti), monitoraggio dei grattatoi (piante utilizzate per grattarsi sulle quali gli orsi marcano la loro presenza lasciando sulla corteccia il proprio odore e del pelo), e poi ancora controllo visivo e monitoraggio radiotelemetrico e satellitare. 

Il rapporto più recente riferito alla situazione esistente alla fine del 2014 indica un numero minimo di animali pari a 41, dei quali 22 di sesso maschile, 17 femmine e 2 di sesso indeterminato. Di questi 20 sono adulti, 14 giovani e 7 cuccioli. Molto probabilmente i monitoraggi effettuati non hanno consentito di rilevare la totalità degli animali che compongono la popolazione attuale, stimati da un minimo di 41 fino a un massimo di 51 esemplari. 

L’esemplare M29. Degli orsi ritenuti presenti a fine 2014 3 hanno frequentato anche il territorio della Lombardia: di questi l’esemplare M29 ha mostrato particolare apprezzamento per le montagne bresciane, sulle quali si sono spinti anche MJ2G1 e M25. La popolazione valutata nel 2014, riferita ai dati disponibili per l'ultimo biennio, mostra quindi dunque una stabilità sostanziale. Sulle cause del mancato incremento del numero di individui sono state formulate alcune ipotesi tra le quali hanno probabilmente inciso gli abbattimenti illegali, potenzialmente correlabili alla diminuzione del grado di accettazione della presenza dell’orso

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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