Scienza

Biotecnologie. Ganci biodegradabili per vigneti

Idea rivoluzionaria per legare i filari, basata sull'impiego di acido polilattico (mais).
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Ganci biodegradabili per uso agricolo, sviluppati e realizzati specificamente per la viticoltura. Un'idea semplice e rivoluzionaria per legare i filari, basata sull'impiego di acido polilattico, polimero ottenuto dalla fermentazione del mais, biodegradabile al 100 per cento e alternativo alla plastica tradizionale e ai prodotti in legno di castagno pressato.
L'idea nasce in Lombardia, per la precisione alla Tibiplast di Canonica d'Adda. I ganci in acido polilattico garantiscono la perfetta tenuta dei rami e quando, nelle successive lavorazioni, non vengono più utilizzati, possono essere lasciati cadere liberamente sul terreno e lasciati degradare.
Il biopolimero è un materiale interamente ecocompatibile, che viene convertito al 100% in biossido di carbonio e humus.
In possesso di tutte le proprietà termoplasmabili della plastica, il polilattato in fase di trattamento va deumidificato a bassa temperatura e richiede metodologie di stampaggio più accurate rispetto ad altri materiali omologhi.
I test sull'impiego dei ganci in polilattato sono stati condotti in diversi vitigni, anche della Franciacorta. Questi manufatti innovativi hanno dimostrato la praticità della lavorazione per la legatura dei filari e la loro durata nel tempo.
Finora si è fatto ricorso in molti casi ai ganci in plastica tradizionale, che però sono da considerarsi inquinanti in quanto si depositano nel terreno senza possibilità di dissolversi.
Cosa che avviene, invece, con quelli biodegradabili che possono essere lasciati ricadere tranquillamente nel terreno.
L'innovazione è senza dubbio assolutamente interessante e lascia presagire un ampio utilizzo di questo che può essere considerato come il capostipite di una serie di prodotti biodegradabili per la coltivazione.

e. sor.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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