Scienza

Addio a Koko, la gorilla che sapeva «parlare»

era una celebrità internazionale, famosa la capacità di comunicare con gli umani attraverso il linguaggio dei segni e non solo
Addio a Koko
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È morta nel sonno a 46 anni, alla riserva della Gorilla Foundation in California, la gorilla Koko.
Koko era una celebrità internazionale, famosa la capacità di comunicare con gli umani attraverso il linguaggio dei segni. Possedeva, secondo la Gorilla Foundation, un vocabolario personale di circa mille parole ed era in grado di comprenderne circa 2mila di inglese parlato, una abilità linguistica simile a quella dei bambini piccoli.

Oggi sappiamo che molte delle caratteristiche che in passato credevamo esclusive dell'essere umano, come la creazione di utensili, la comprensione dei numeri, la divulgazione di scoperte, sono presenti anche in molti altri animali. Anche possedere un linguaggio articolato quindi non è una caratteristica unica della nostra specie se la osserviamo nei nostri più vicini «cugini», le scimmie antropomorfe.
Koko nasce nel 1971 allo zoo di San Francisco.

Il suo nome originario era Hanabi-ko, in giapponese «figlia dei fuochi d'artificio». La ricercatrice Francine Patterson inizia a lavorare con Koko nel 1972, insegnando al primate la comprensione e l'espressione della lingua inglese grazie all'Ameslan, linguaggio a gesti utilizzato dai sordomuti.

Soggetto di numerosi documentari, Koko è apparsa due volte sulla copertina del National Geographic, la prima volta nel 1978 con una foto che il primate si era scattata da sola tramite uno specchio. Una seconda volta sulla copertina nel gennaio 1985, una foto in cui Koko stringeva tra le braccia il gattino domestico che aveva adottato.

Le copertine del NG con Koko - © www.giornaledibrescia.it
Le copertine del NG con Koko - © www.giornaledibrescia.it

 

Quando il felino è stato ucciso da un'auto nel 1984, Francine Patterson chiese a Koko cosa fosse successo. Koko rispose: «Gatto, piangere, dispiace, amore-Koko». Quando la gorilla, che non ha avuto figli, per il suo 44esimo compleanno ricevette in dono un'intera cucciolata di gattini disse, agli operatori della Gorilla Foundation, «Sono i miei bambini».

Koko con il gattini

Koko ha più volte dimostrato di essere in possesso, e di sapere esprimere con pochi semplici gesti, concetti complessi, profondità emotiva, fantasia, ironia, anche un po' di malizia. Di un altro gorilla allevato insieme a lei, ma meno bravo nella comunicazione, espresse il parere «Penso stupido diavolo. Gabinetto marcio».

Koko era famosa anche per le «amicizie celebri» che aveva stretto in cattività. Virale un video del 2001 in cui ha suonato con Robin Williams e provato i suoi occhiali.

 

Koko con Robin Williams

Nel 2014 fece scalpore quando si venne a sapere che pianse alla notizia della sua morte. Alcune delle affermazioni di Koko sembrano suggerire che, contrariamente a quel che si crede, non solo gli uomini possiedono coscienza della morte. Alla domanda «Dove vanno gorilla quando muoiono?» Koko rispose «Comodo buco addio. Guaio vecchio».

«Poiché era abbastanza intelligente da comprendere e usare aspetti del nostro linguaggio, Koko poteva mostrarci di cosa sono capaci tutte le grandi scimmie: ragionare sul loro mondo, amare e soffrire per gli altri esseri a cui si legano» ha osservato l'antropologia Barbara King. 

La specie di cui Koko è divenuta il membro più visibile, il gorilla occidentale, è, come molti altri primati, in grave pericolo di estinzione. La Gorilla Foundation ha dichiarato che «continuerà ad onorare l'eredità di Koko e far progredire la nostra missione», continuando lo studio del linguaggio dei segni nelle grandi scimmie e perseguendo progetti di conservazione in Africa e altrove.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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