Oggi si festeggia sant’Antonio Abate

Quella di sant’Antonio Abate è una delle figure di maggiore spicco nell’ambito del primo ascetismo cristiano. Ne conosciamo la vita grazie alla biografia scritta con intenti edificanti, verso il 370, da sant'Atanasio.
Antonio nacque nel villaggio di Quena, nel Medio Egitto, intorno al 251. A 18 anni, morti i genitori, intraprese l’esperienza eremitica, in una località oltre il Nilo, nei pressi di Afroditopoli, per un ventennio. La sua fama di santità attirò vari discepoli. Uscì dal romitaggio in poche occasioni: intorno al 311 andò ad Alessandria per sostenere i cristiani, oggetto delle persecuzioni di Massimino Daia; vi tornò poi nel 335 per combattervi gli ariani. Riprese a vivere nel suo eremo e vi si spense ultracentenario, il 17 gennaio del 356.
La Regola che gli è stata attribuita non è in realtà sua; delle 20 lettere che ci sono state tramandate, solo sette sembrano autografe. L'importanza storica di Antonio sta nell’aver intrapreso, per primo, uno stile di vita anacoretico. È protettore degli animali, specialmente di quelli domestici. È invocato contro l’Herpes zoster, detto popolarmente anche «fuoco di sant'Antonio» a causa della tradizione che vuole si sia recato all'Inferno per liberare dalle fiamme i peccatori, ma anche per le ustioni che avrebbe ricavato nel corso degli assalti fisici subiti da parte del Demonio.
Si ricordano anche: san Marcello, vescovo; santa Roselina di Villeneuve, monaca; il beato Enrico da Comentina, patriarca di Costantinopoli.
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