Tumori delle pelle, anche l'inquinamento aumenta l'incidenza

Dal 1980 al 2015 l'incidenza del melanoma è passata da 5 casi per 100 mila abitanti a più di 35 casi per 100mila in Veneto e in Lombardia
Visita dermatologica © www.giornaledibrescia.it
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Nei tumori della pelle anche l'inquinamento fa la sua parte. Di queste neoplasie si muore più al Nord che al Sud. Tra le cause non solo l'esposizione senza protezioni adeguate al sole, ma anche l'inquinamento, con l'emissione di diossine e polveri sottili, molto più concentrate nelle aree industrializzate. Se ne discute in occasione del 94esimo Congresso della SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, in forma digitale fino al 6 novembre.

Dal 1980 al 2015, spiega il professor Piergiacomo Calzavara Pinton, dell'Università degli studi di Brescia, l'incidenza del melanoma è passata da 5 casi per 100 mila abitanti a più di 35 casi per 100mila abitanti in Veneto e in Lombardia mentre l'aumento riscontrato in Calabria e in Sicilia è da 3 casi a 10 su 100mila.

«La differenza - evidenzia Calzavara Pinton - è dovuta in gran parte al fatto che al Sud le persone sono mediamente di carnagione più scura e più abituate ad essere esposte gradualmente al sole. Ma è possibile che altri fattori contribuiscano a una maggiore incidenza del melanoma al Nord e tra questi alcune sostanze come polveri sottili, diossine e PCB».

Secondo l'esperto importante è anche diagnosi precoce dei tumori della pelle. La prognosi, sia che si tratti di melanomi che di carcinomi, è strettamente collegata al loro spessore e quindi in ultima analisi al tempo trascorso dalla comparsa alla diagnosi corretta. Da qui il ruolo molto importante del dermatologo. «È inaccettabile che un paziente muoia per un tumore della pelle che diventa avanzato o metastatico - aggiunge Calzavara Pinton- bisogna facilitare l'accesso alle fasi di prevenzione. Significa potenziare i Centri e attrezzare le dermatologie con una tecnica accessibile come la videodermatoscopia, grazie alla quale è possibile esaminare i nei con precisione e sensibilità diagnostica e la miscroscopia confocale in vivo». Questo, ricorda l'esperto, ha sicuramente un costo nel breve periodo, ma determina nel lungo un risparmio non solo in termini di vite salvate ma anche costi per l'Ssn.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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