Tra alimenti e detersivi:i cancerogeni nascosti in casa

In un libro scritto da un medico quando si è ammalato, alcuni consigli per prevenire e curare il tumore
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Case piene di sostanze di sintesi, fra cui molte cancerogene, presenti in mobili, detersivi, piatti, vernici. Cosmetici veri e propri cocktail di sostanze chimiche come il talco, l’alluminio o la formaldeide, utilizzata come conservante nei cosmetici e shampoo. Per non parlare dei fattori ambientali, come le radiazioni e l'inquinamento atmosferico.

Scene di vita quotidiana per la maggior parte delle persone, circondata da «veleni nascosti» che possono aggravare una predisposizione all’insorgere di neoplasie e da cui in parte potrebbe dipenderne il continuo aumento, pari a 366.000 casi nuovi segnalati in Italia nel 2013.

È indicato per chi non vuole sentirsi inerte o quanto meno inconsapevole di fronte a questi rischi, il libro «La mia ricetta anti-cancro» di Odile Fernàndez Martinez, scritto «grazie alla malattia», per incoraggiare e spiegare cosa fare per aiutare il proprio corpo a guarire.

Concepito da un medico nel momento in cui si è trovato nei panni del malato, ovvero quando nel 2010, contro ogni pronostico, ha combattuto e vinto un cancro alle ovaie con metastasi, è una lunga e dettagliata sintesi di consigli utili su come fronteggiare il cancro, affiancando ai farmaci, una corretta alimentazione, giusta attività fisica, molto sonno, ma anche meditazione e gestione delle emozioni e dello stress, che produce due cancerogeni come il cortisolo e l'adrenalina.

Ampio il panorama degli alimenti da evitare o da preferire, mette in guardia l’autrice, che ha utilizzato la sua professione di medico di base e l’occasione offerta dalla malattia, per portare avanti, insieme alla chemioterapia, ampi studi per prevenire la malattia o facilitarne la cura.

Sì ad agrumi, cioccolato, pesce, mele, frutti di bosco, pesche, broccolo, semi, cipolla, olio d’oliva, curcuma e tè verde.

No a carne rossa, zuccheri, latte, burro e margarina, prodotti raffinati, alimenti abbrustoliti.

Sì a cibi consumati crudi, o cotti a vapore, no a frittura, microonde, griglia. «Contano però anche - sostiene l’autrice, supportata nel ragionamento da centinaia di studi e ricerche scientifiche riportate in bibliografia - i materiali in cui conservarli e in cui cucinarli. Ad esempio, la pentola a pressione, così come le cotture in forno ad elevate temperature, favoriscono, oltre alla perdita di sostanze nutrienti, anche la produzione di sostanze tossiche come le ammine eterocicliche. No a teflon, alluminio e plastiche, sì a ceramica, vetro e silicone».

Ma Odile Fernàndez Martinez si guarda intorno a 360° e, tra gli «allarmi» che lancia, non manca di puntare il dito contro elettrodomestici spesso a base di idrocarburi aromatici polibromurati (PBB) cancerogeni, o gli alchifenoli presenti nei detersivi per favorire la schiuma ma che alterano l’equilibrio ormonale.

Per non parlare di solventi come l’ipercloroetilene, utilizzati nelle tintorie e poi inconsapevolmente indossati, o degli insetticidi contro mosche e zanzare di cui riempiamo le nostre case d’estate, fino ai ritardanti di fiamma presenti in materassi e cuscini.

Una rassegna che lascia inquieto il lettore e fa sorgere il dubbio se non sia meglio non sapere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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