Tagli del 30% ai rimborsi su visite e analisi del sangue. I privati: «Costi insostenibili»

Dal primo aprile, con l’entrata in vigore delle nuove tariffe di esami e visite mediche, ci sarà un taglio medio del 30% dei rimborsi, effettuati dal Servizio sanitario nazionale, per visite e accertamenti sanitari eseguiti da ospedali pubblici e privati convenzionati. Al contempo, ci sarà anche una rimodulazione dei ticket sanitari, ovvero di quanto ciascuno di noi deve pagare (se non esente) per esami di laboratorio e visite specialistiche. In alcuni casi risparmieremo, in altri esborseremo di più. La novità è che pagheremo tutti allo stesso modo, in Lombardia come in Sicilia. Le nuove tariffe, infatti, avranno valore nazionale, azzerando le differenze ora esistenti tra le varie regioni. Questo comporta che si pagherà lo stesso ticket ovunque per lo stesso esame.
Le polemiche
L’entrata in vigore del nuovo tariffario - già più volte rinviata - è accompagnata da polemiche e preoccupazioni tra gli operatori perché molte prestazioni subiranno tagli significativi. «Le nuove tariffe per le prestazioni sono inadeguate e questo comporterà un ulteriore allungamento delle liste d’attesa nel pubblico perché non più sostenibili dal privato convenzionato» afferma padre Virginio Bebber in rappresentanza di gran parte degli istituti sociosanitari no profit di area cattolica.
Gli aggiornamenti erano attesi dal 2017, lo stesso anno in cui erano stati ridefiniti a livello di governo centrale i Lea, i livelli essenziali di assistenza, ovvero quelle prestazioni sanitarie (vaccinazioni, screening oncologici, esami e visite specialistiche, interventi chirurgici, ma anche assistenza dei medici di famiglia e dei pediatri) che il Servizio sanitario nazionale eroga ai propri cittadini, gratuitamente o con il pagamento di un ticket, se dovuto. In tutto, 400 nuove prestazioni a carico del Servizio sanitario. Per sostenerne i costi, sono state tagliate le tariffe di molte altre prestazioni.
L'attesa

Il «nomenclatore tariffario» è stato oggetto di un percorso lungo e sofferto e di un primo rinvio (doveva entrare in vigore lo scorso primo gennaio). Anche dal primo aprile, proprio per l’allarme che sta creando soprattutto nella rete di ambulatori e laboratori privati, i nuovi nomenclatori tariffari per specialistica ambulatoriale e protesica godranno di una fase di transizione tra l’applicazione delle vecchie e delle nuove tariffe. Giovedì in Conferenza Stato-Regioni è stato infatti approvato il decreto dei ministeri dell’Economia e Finanze e della Salute: «Per le prescrizioni emesse entro il 31 marzo 2024 - si legge - avranno validità le vecchie tariffe per tutto il 2024».
«Qui c’è un nodo di fondo che forse non tutti hanno compreso - afferma Antonio Magi, segretario generale del sindacato unico medicina ambulatoriale italiana e professionalità privata -: la sanità costa uguale nel pubblico e nel privato. C’è un problema di sostenibilità delle nuove tariffe: se una visita oculistica viene pagata circa venti euro credo che sia un problema per un’azienda privata erogare questa prestazione, dal momento che deve pagare lo specialista e coprire i costi della struttura. Non si può scendere al di sotto di alcune soglie perché ci rimettiamo tutti, anche la sanità pubblica e i cittadini».
I servizi
Con la definizione delle nuove tariffe entreranno effettivamente in vigore i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza), ridefiniti nel 2017. Tra le novità vi è l’introduzione a livello nazionale delle procedure di procreazione medicalmente assistita, fino ad oggi erogate solo in regime di ricovero e con pesanti differente in termini di accesso e di ticket da regione a regione; ancora, il Servizio sanitario è tenuto ad erogare la consulenza e l’indagine genetica per determinate malattie con componente ereditaria; alcune prestazioni ad elevato contenuto tecnologico (come l’adroterapia, particolare forma di radioterapia utilizzata per la cura di alcuni tumori) o di tecnologia recente (ad esempio, l’enteroscopia con microcamera ingeribile per ottenere immagini dell’intestino tenue o la radioterapia stereotassica) che grazie all’innovazione tecnologica possono essere erogate in regime ambulatoriale.
Nel merito di visite specialistiche o esami diagnostici, la revisione del tariffario ha comportato anche una maggiore precisione nella definizione del contenuto della prestazioni. Un esempio: finora la prima visita cardiologica era genericamente indicata come "prima visita"; da aprile sarà specificata "prima visita cardiologica" e verrà incluso, in sede di prima visita, anche l’elettrocardiogramma. Si tratta di novità per molte regioni, meno per la Lombardia in cui queste visite e esami sono già erogati. Non a caso la nostra regione, insieme a Veneto, Emilia Romagna e Toscana, è stata presa come riferimento nella ridefinizione del nuovo elenco delle prestazioni.
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