Sostenibilità economica della medicina e diritto alla cura: l’incontro in Poliambulanza
Sostenibilità economica della medicina e diritto alla cura è il tema della riflessione che l’Accademia Cattolica di Brescia propone domani, sabato 9 marzo, alle 9 nella Sala Convegni della Fondazione Poliambulanza.
Il tema si inserisce nel percorso dedicato a «Economia e tecnologia: causa o rimedio alle disuguaglianze?», con il quale si vuole comprendere quali siano le cause delle crescenti disuguaglianze tra popoli e tra cittadini del medesimo popolo, e immaginare come sia possibile superarle. Tra le disuguaglianze si pone anche quella relativa alla salute. La medicina ha compiuto passi da gigante grazie allo sviluppo tecnologico, ma i cittadini hanno la fondata percezione che il diritto alla cura è teoricamente riconosciuto, ma praticamente disatteso.
Servizio sanitario nazionale
Il nostro Servizio sanitario nazionale è frequentemente vantato come uno dei più avanzati, ma da alcuni anni sembra non essere più in grado di soddisfare le esigenze delle persone malate. I fenomeni più volte denunciati (liste di attesa per esami diagnostici e interventi chirurgici, scarsità di personale medico e infermieristico, obsolescenza di strutture ospedaliere, limiti di servizi sanitari sul territorio …) sono in genere attribuiti alla mancanza di fondi (non si può dimenticare che l’Italia impiega una percentuale del Pil di gran lunga inferiore rispetto alle altre nazioni europee).
I Governi che si succedono, agli inizi del loro mandato, proclamano che per la salute dei cittadini si stanno facendo sforzi come mai prima, ma la percezione che i cittadini hanno è notevolmente diversa. Ci si domanda infatti se il dettato dell’articolo 34 della Costituzione venga tenuto presente nelle scelte politiche. Si potrà rispondere che si fa tutto il possibile con le risorse che si hanno a disposizione. Sorge però il problema con quali criteri si scelga di orientare le risorse. La questione è sicuramente di carattere economico, ma è soprattutto di carattere culturale, attiene cioè all’idea di salute e alla funzione dello Stato di garantirla ugualmente a tutti i cittadini.
Di fatto pare che anche da noi si stia profilando un orientamento tipico di alcuni Paesi: chi ha risorse finanziarie può avvalersi di cure delle quali i cittadini meno abbienti non possono avvalersi. Si corre in questo modo il rischio di accelerare un processo che crea ulteriori disuguaglianze: siccome un certo numero di cittadini può curarsi senza far conto sul Servizio Sanitario Nazionale, lo Stato mette a disposizione meno risorse, riducendo di fatto la possibilità di cura per la maggioranza dei cittadini.
Interrogativi
Gli interrogativi che si pongono sono cruciali e riguardano anzitutto il modo di organizzare la cura: qual è il rapporto tra ospedale e territorio? Quale ambito è più carente tra i due? Dove riversare il denaro che giunge dall’Europa? Quali sono le ragioni principali dello spreco di «quel poco» che abbiamo? Quali i rimedi subito applicabili e quali quelli su cui investire per un futuro di sostenibilità? A chi attribuire le colpe delle attuali disuguaglianze: alla sola classe politica, al servizio pubblico o alle imprese private, agli operatori sanitari oppure a un’utenza distratta e sin troppo esigente?
Per rispondere a questi (ed altri) interrogativi interverranno il professor Franco Locatelli, ordinario di pediatria presso la Facoltà di medicina dell’Università Cattolica di Roma e presidente del Consiglio superiore di sanità, e il dottor Claudio Cuccia, già presidente del Gruppo di studio nazionale Atbv (Aterosclerosi, trombosi e biologia vascolare).
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