Solo un bambino su tre viene svezzato al momento giusto

Il 16,3% comincia lo svezzamento prima del quarto mese, il 38,3% tra 4 e 6 mesi, il 32,5% tra 6 e 7 mesi
Lo svezzamento
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Solo un bambino su tre (32,5%) inizia lo svezzamento nel momento giusto, intorno ai sei mesi di vita. In tutti gli altri casi l'introduzione di alimenti diversi dal latte avviene troppo presto oppure troppo tardi: «Non bisogna sottovalutare l'importanza di iniziare nel momento appropriato» conferma Giuseppe Di Mauro, membro dell'Osservatorio Sanpellegrino e presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps).

Il dato arriva da uno studio pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics: secondo l'indagine, condotta su circa 1.500 bimbi americani dai 6 ai 36 mesi, «il 16,3% comincia lo svezzamento prima del quarto mese, il 38,3% tra 4 e 6 mesi, il 32,5% tra 6 e 7 mesi, mentre il 12,9% dopo i 7 o più mesi di vita». Una scelta che ha delle conseguenze, affermano gli esperti, «perché introdurre alimenti diversi dal latte prematuramente può far perdere al bambino la possibilità di assumere alcune sostanze nutritive che sono fondamentali per la crescita».

«Non bisogna avere fretta - conferma Di Mauro - il momento d'oro per introdurre i cibi solidi è intorno ai 6 mesi». Per i liquidi diversi dal latte, invece, «se il bimbo è allattato al seno non ha di norma bisogno di altre integrazioni di liquidi - aggiunge Alessandro Zanasi, esperto dell'Osservatorio e membro della International Stockholm Water Foundation - a patto che la mamma attacchi il bebè ogni volta che lo desidera. L'allattamento al seno è da preferire, ma se non è possibile e il bambino è nutrito con latte formulato, sono particolarmente adatte per diluire la polvere le acque oligominerali, cioè quelle con un basso contenuto di sali. A partire dallo svezzamento, invece, è possibile iniziare ad offrire acqua al bambino, preferibilmente acque minimamente mineralizzate e oligominerali con contenuto di nitrati inferiore a 10 mg/L».

«Trattandosi di una fase delicata della crescita - continua -, il fabbisogno d'acqua nell'organismo dei più piccoli è in proporzione sette volte maggiore a quello di un adulto». Dopo il sesto mese e fino ai 3 anni si raccomandano dai 600 ai 900 ml di acqua al giorno, e bisogna fare attenzione a eventuali campanelli d'allarme che possono indicare che il bambino non è adeguatamente idratato: «Sonnolenza, mucose secche, avvallamento della fontanella, pannolino troppo frequentemente asciutto - conclude Zanasi - sono tutti segnali che il genitore deve tenere costantemente sotto controllo».

 

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