Riduzione delle liste d’attesa della sanità, polemica in Regione

La Redazione Web
Secondo la consigliera del Pd Miriam Cominelli la Lombardia non ha speso tutti i 46,5 milioni di euro stanziati da Roma per affrontare la criticità
Un macchinario ospedaliero - © www.giornaledibrescia.it
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Il tema caldo delle liste d’attesa è al centro di un botta e risposta a Palazzo Lombardia.  In una nota diffusa ieri la consigliera del Pd Miriam Cominelli ha fatto sapere che «la nostra è tra le Regioni che non hanno speso tutte le risorse del Governo per la riduzione delle liste d’attesa in sanità, come denunciato dal ministro Schillaci.

Ben 46,5 milioni di euro stanziati da Roma per fare fronte ai mancati ricoveri negli anni dell’emergenza Covid non sono stati impegnati dalla nostra Regione e, di conseguenza, al primo gennaio 2025 risultavano 77.244 persone in attesa di prestazioni sanitarie con ricovero, di cui 26.593 relativi al triennio 2020-2022 e 50.651 del 2023. Dati preoccupanti, che dimostrano che non era un problema di risorse, che erano già stanziate, ma di incapacità della Regione a spenderle.

Quando Fontana dice che la Lombardia ha speso tutte le risorse stanziate dal Governo non dice la verità. Anzi, guardando i dati si vede che anziché migliorare, le liste d’attesa si sono allungate. È inaccettabile, bisogna cambiare, e lo vogliamo fare con la nostra legge di iniziativa popolare, ora in discussione in Commissione», conclude facendo sapere che all’Ats Brescia «gli arretrati tra gli ospedali pubblici sono 2915. Anche gli ospedali privati accreditati e a contratto con il Ssn, destinatari delle risorse pubbliche per smaltire le liste d’attesa, hanno accumulato ritardi: le strutture dell’Ats Brescia sono a quota 2876».

Sul tema in serata è intervenuto l’assessore regionale Guido Bertolaso spiegano che «la Regione ha utilizzato 260 milioni per recuperare le liste di attesa relative a 2022, 2023 e 2024, a fronte di risorse statali pari a 229.236.358 euro. Quindi, oltre ad aver speso interamente i fondi statali, ha integrato con 30 milioni di risorse proprie. Le attribuzioni delle risorse statali non sempre sono puntuali, per cui Regione, per assicurare le prestazioni ai cittadini, ha utilizzato fondi non spesi, relativi al periodo Covid, a causa della riduzione dei ricoveri e delle prestazioni. Ne deriva che, una volta ricevute le risorse statali, queste siano state impegnate in periodi successivi».

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