Più proteine vegetali come noci e legumi a difesa del cuore

Una dieta con un rapporto più alto di proteine vegetali, ad esempio quelle di noci e legumi, rispetto a quelle animali può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e coronaropatie
Più noci e meno carne - Foto unsplash.com
Più noci e meno carne - Foto unsplash.com
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Adottare una dieta con un rapporto più alto di proteine vegetali, ad esempio quelle di noci e legumi, rispetto a quelle animali può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (CVD) e coronaropatie (CHD): lo rivela uno studio condotto presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health e pubblicato sull'American Journal of Nutrition.

I ricercatori attribuiscono la riduzione del rischio alla sostituzione della carne rossa e lavorata con proteine vegetali. Lo studio ha rilevato che una combinazione di maggiore consumo di proteine vegetali e un'assunzione totale di proteine più elevata offre i maggiori benefici per la salute del cuore.

Il rapporto ideale tra proteine vegetali e animali non era chiaro fino ad ora. Questo studio, durato ben 30 anni su quasi 203.000 partecipanti, è il primo a indagare come tale rapporto influisca sulla salute, in particolare quella cardiovascolare.

Gli esperti hanno registrato tutti gli eventi cardiovascolari e coronarici avvenuti nel tempo e hanno calcolato che, a parità di tutti gli altri fattori di rischio, un rapporto più alto tra proteine vegetali e animali si associa a un rischio inferiore di malattie cardiovascolari e coronaropatie: in particolare rispetto ai partecipanti che consumavano il rapporto più basso di proteine vegetali rispetto a quelle animali (1:4.2), coloro che consumavano il rapporto più alto (~1:1.3) presentavano un rischio inferiore del 19% per le CVD e del 27% per le CHD. La riduzione del rischio era ancora maggiore tra i partecipanti che consumavano più proteine in generale. Coloro che ottenevano il 21% dell'energia giornaliera dalle proteine con un rapporto più alto tra proteine vegetali e animali avevano un rischio inferiore del 28% per le CVD e del 36% per le CHD, rispetto a quelli che consumavano meno proteine (ovvero un consumo pari al 16% dell'energia giornaliera). 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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