Pillole di coronavirus: scienza (e scienziati) in formato social

Da Facebook a Instagram, anche la scienza scende nell'agone della rete come antidoto alle fake news
Il nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) al microscopio -Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
Il nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) al microscopio -Foto Ansa/Epa © www.giornaledibrescia.it
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Il coronavirus ha creato molti problemi, ma ha scatenato anche energie, comprese quelle della scienza. L'urgenza di contrastare le fake news che trovano terreno fertile sui social ha trovato proprio nei social una risposta concepita ad hoc da scienziati e ricercatori

La strategia messa in campo da un gruppo di questi ultimi è stata quella, in un caso, di attivare una pagina Facebook - Coronavirus - Dati e analisi scientifiche - in cui vengono raccolti studi e notizie tratte dalla letteratura scientifica che va man mano arricchendosi attorno al virus. Un progetto che non ha la presunzione di esaustività, ma piuttosto quella di offrire ad una platea fatta numerosissima - quasi 80mila i follower in poche settimane - spunti qualificati di approfondimento e divulgazione.

Gli ideatori e curatori - tutti giovani con formazione accademica che spazia dalla chimica all'astrofisica, dalla biologia cellulare alla genetica, fino alla fisica ma con competenze proprio in divulgazione scientifica - lo dicono chiaro e tondo presentando il progetto: «L'intento è quello  di comunicare in modo quanto più chiaro e comprensibile a tutti l’evoluzione continua della situazione che stiamo vivendo».

C'è poi chi ha puntato sull'aspetto «viz», ossia sulle visualizzazioni in forma grafica anche di temi tanto complessi come il Covid-19, per farne pillole fruibili anche su Instagram. Un buon esempio viene da Yeda, profilo alimentato da una piccola comunità di giovani ricercatori che nella cosiddetta «bio» spiegano la natura della pagina in queste poche parole: «La scienza semplice da semplici scienziati»

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In collaborazione con Coronavirus - Dati e Analisi Scientifiche (https://bit.ly/2Ra14Ty) Il SARS-CoV-2 è il primo coronavirus nella storia ad aver causato una pandemia. Ad oggi sono più di un milione le persone contagiate e più di 65 mila i decessi. SARS-CoV-2 risulta essere molto simile a SARS-CoV (il coronavirus responsabile della SARS). Le proteine ‘spike’ espresse sulla superficie di entrambi i virus sono identiche al 77,5% e hanno come bersaglio il medesimo recettore, l’enzima ACE2, presente sulla superficie di alcune cellule umane ed animali. L’interazione tra la proteina spike e ACE2 consente l’ingresso del virus all’interno delle cellule e l’instaurarsi di un eventuale processo di infezione. Terapie efficaci nel contrastare patologie di natura infettiva prevedono l’utilizzo di anticorpi monoclonali, ovvero anticorpi “ingegnerizzati” in laboratorio che riconoscono in maniera altamente specifica un bersaglio presente sul patogeno. Un gruppo di ricercatori della divisione di virologia dell’università di Utrecht ha testato 51 varianti di anticorpi monoclonali contro la proteina spike di SARS-CoV. Tra questi anticorpi ne è stato identificato uno, il 47D11, in grado di riconoscere anche una porzione della proteina spike di SARS-CoV-2. Il meccanismo di azione tramite cui 47D11 espleta la sua funzione su SARS-CoV-2 non è chiaro ma la sua capacità di neutralizzare il processo di infezione dell’ospite senza agire direttamente sul recettore umano lo rende un buon candidato per combattere il COVID-19 e per proteggere i soggetti che non sono ancora stati esposti al virus. La scoperta è in attesa di essere ufficialmente pubblicata su una rivista scientifica, ma consente di costruire le basi necessarie per sviluppare una buona strategia terapeutica contro il SARS-CoV-2. Fonti: A human monoclonal antibody blocking SARS-CoV-2 infection. Chunyan Wang, Wentao Li, Dubravka Drabek, Nisreen M.A. Okba, Rien van Haperen, Albert D.M.E. Osterhaus, Frank J.M. van Kuppeveld, Bart L. Haagmans, Frank Grosveld, Berend-Jan Bosch; bioRxiv 2020.03.11.987958; doi: https://doi.org/10.1101/2020.03.11.987958 #cura #corona #coronavirus #sarscov2 #covid19 #anticorpo #47d11

Un post condiviso da YEDA (@yeda_ita) in data:

Tra i post, si trovano spiegazioni in forma grafica e video su cosa sia il coronavirus, dettagli sulle prospettive vaccinali e su altre forme di terapia allo studio. Di certo l'emergenza in atto, conferma un aspetto: anche la scienza, sul campo della divulgazione (qualificata), non può esimersi dal farsi social. I casi degli scienziati «vip» delle reti, da Roberto Burioni a Ilaria Capua, mai come ora, fa scuola.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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