Latte e latticini: cosa sapere su digestione, intolleranze e benefici

Sul latte i falsi miti sicuramente non mancano. C’è chi dice che va completamente eliminato, chi sostiene che non sia adeguato all’alimentazione di individui adulti, chi crede che sia un cibo pericoloso per la salute, in grado di aumentare il colesterolo, e chi arriva addirittura a dichiarare che è un nemico delle nostre ossa. Cosa c’è di vero? Dovremmo davvero smettere di bere il latte passato il periodo dell’infanzia? La parola alla scienza.
Il latte vaccino e il suo valore nutritivo
In questo articolo per «latte» viene sempre inteso il latte di vacca intero: verrà specificata l’origine se differente. Latte e latticini sono fonti di sostanze preziose per il buon funzionamento dell’organismo. L’acqua rappresenta circa il 90% del contenuto di un litro di latte, e la restante parte è composta da proteine ad alto valore biologico, zuccheri (il lattosio, lo zucchero del latte!) e grassi.

Le proteine del latte sono complete di tutti gli amminoacidi essenziali, e la loro utilità va dal sostegno del sistema immunitario alla sintesi di tessuto muscolare. Anche vitamine e minerali sono presenti: calcio, fosforo, sodio, potassio, retinolo, vitamina E, biotina, riboflavina e altre vitamine del gruppo B.
Le linee guida per una sana alimentazione italiana del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) e la Sinu (Società italiana di nutrizione umana) raccomandano per il suo valore nutritivo un consumo di 3 porzioni giornaliere di latte o yogurt.
Bere latte da adulti: un dibattito infinito
Gli esseri umani sono gli unici mammiferi che continuano a nutrirsi del latte anche dopo lo svezzamento: questo comportamento viene giudicato innaturale dai nemici di questo alimento.
Dal punto di vista biologico, hanno parzialmente ragione. Il nostro organismo è infatti in grado di digerire il latte materno nelle prime fasi della vita grazie ad un enzima, la lattasi (che permette di «dividere» il lattosio in glucosio e galattosio). Man mano che cresciamo, la quantità di lattasi nell’organismo tende a diminuire, portando alcune persone a mal digerire latte e derivati o a sviluppare una vera e propria intolleranza alimentare.
Ma non per tutti è così: l’evoluzione ha portato la genetica della maggior parte delle persone a cambiare, consentendogli di mantenere alti livelli di lattasi anche in età adulta (e permettendogli quindi di consumare latte senza alcun problema). Il latte andrebbe quindi evitato (o consumato previa integrazione opportuna con pastiglie di lattasi) solo nel caso di conclamata intolleranza al lattosio (e in altri casi specifici, come allergia alle proteine del latte).
Latte e falsi miti sulla salute
No, il latte non fa male. Nessun alimento preso singolarmente può «far male» o «far bene». Per nessun alimento è individuabile una stretta correlazione tra assunzione e patologia.
Ma perché si crede allora che il latte faccia male? Perché contiene grassi saturi, spesso associati ad un quadro metabolico scorretto, e un fattore di crescita, l’Igf1 (fattore di crescita insulino-simile 1) che normalmente promuove la crescita e che negli anni è stato correlato, erroneamente per le quantità presenti nel latte, anche alla crescita tumorale.

Dal punto di vista scientifico, il latte di per sé non causa il colesterolo alto, ma in individui che devono abbassarne i livelli è meglio limitarne il consumo o preferire il latte scremato, che contiene grassi in quantità inferiore. E no, il latte non fa male nemmeno alle ossa. Si è diffusa la falsa credenza che il latte possa causare acidosi metabolica, portando di conseguenza ad un maggior rischio di osteoporosi. Ma il latte non gioca alcun ruolo in questa patologia multifattoriale: sebbene abbia un pH leggermente acido, questo non influenza il pH dell’organismo, che è in grado di mantenere l’omeostasi e che processa comunque tutti gli alimenti attraverso lo stomaco, dove il pH è di circa 2.
Nonostante i dubbi diffusi, i numerosi studi presenti nella letteratura scientifica e i dati ad oggi disponibili hanno evidenziato l’esistenza di prove solide a conferma dell’effetto protettivo del latte contro il tumore del colon-retto (fonte: airc.it).
Il latte fa bene? Va consumato?
Il latte, soprattutto nella crescita, è un alimento completo che fornisce micronutrienti fondamentali, come calcio e vitamine. Come tutti per tutti gli alimenti, non va consumato in eccesso. Se apprezziamo e ben tolleriamo il latte e i suoi derivati, possiamo consumarli serenamente, rispettando le quantità consigliate dalle linee guida, così come per tutti gli altri cibi all’interno di una alimentazione varia ed equilibrata.
Ma quindi quante volte e in che porzioni? Le linee guida Larn (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia) prevedono un consumo di latte e yogurt per la popolazione adulta di 2-3 porzioni al giorno, e una porzione corrisponde a 125ml circa. Anche se già Ippocrate nel 400 a.C. sosteneva che «per ognuno il latte della propria specie è benefico ma quello di altre specie è dannoso», la scienza ad oggi ci dice di valutare il nostro stile di vita nel complesso, senza imporre inutili divieti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato