Ilaria Capua: «Il virus non è cambiato, lo gestiamo meglio»

La virologa: «I nostri comportamenti, con la distanza sociale, hanno reso il coronavirus clinicamente irrilevante»
Distanziamento sociale in un parco di San Francisco - Foto Epa/John G. Mabanglo
Distanziamento sociale in un parco di San Francisco - Foto Epa/John G. Mabanglo
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«Il virus non è cambiato, siamo noi che siamo cambiati e siamo diventati più bravi a gestirlo» e «i nostri comportamenti, con la distanza sociale, hanno reso il coronavirus clinicamente irrilevante. La seconda ondata è legata ai nostri comportamenti. Adesso il coronavirus si sta comportando come si comportava i primi di gennaio: non se n'era accorto nessuno». Lo ha affermato la virologa Ilaria Capua su Radio2.

«Ora - ha detto - abbiamo di fronte una malattia curabile, abbiamo terapie anche per i pazienti più fragili. Appiattendo la curva con le misure di sicurezza, abbiamo fatto in modo che il virus infettasse le persone ma di queste sempre meno diventassero gravi. Siamo noi che siamo diventati bravi a gestirlo».

Il Covid, ha rilevato Capua, «è una malattia delle città, di alcuni territori. Ci sono dei fattori che contribuiscono a rendere questa infezione più pericolosa: l'età, l'inquinamento ecc. I medici impareranno a curarla sempre meglio. Noi dobbiamo lavorare in maniera coordinata a livello di città». In riferimento poi alle tensioni sociali, Capua ha detto che «una delle situazioni che temevo di più erano proprio le tensioni sociali. Il Covid ha esasperato queste tensioni. Io sono preoccupata per le tensioni sociali anche fuori dall'America».

Quanto ad una possibile seconda ondata epidemica, «non arriva come una punizione divina. La seconda ondata siamo noi. Se noi andiamo a trovare 5 persone ne infettiamo una, se incontriamo 10 persone se ne infettano 4. I nostri comportamenti, con la distanza sociale, hanno reso il coronavirus clinicamente irrilevante. La seconda ondata è legata ai nostri comportamenti. Adesso il coronavirus - ha concluso - si sta comportando come si comportava i primi di gennaio: non se n'era accorto nessuno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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