I nuovi dubbi sull'efficacia dell'Avigan contro il Covid-19
La sperimentazione dell’Avigan in Giappone non sta dando i risultati sperati. La testata nipponica Kyodo News ha citato un report consegnato alle autorità sanitarie del paese in cui si evidenziava la scarsa efficacia del farmaco prodotto dalla Fujifilm Holdings nel trattamento dei pazienti ammalati di Covid-19.
Il governo giapponese, per bocca del segretario Yoshihide Suga, ha ribadito di volere comunque proseguire nella ricerca per dare il via libera all’utilizzo del favipiravir, nome comune del farmaco, nel più breve tempo possibile. L’esecutivo ha infatti già stanziato un budget extra di 13,9 miliardi di yen, l'equivalente di 121 milioni di euro per l'anno fiscale in corso per triplicare le scorte dell’antinfluenzale. Il Giappone ha iniziato uno studio alla Fujita University, non ancora conclusosi, nella prefettura di Aichi, reclutando 80 pazienti. I primi dati suggeriscono un miglioramento solo nei casi lievi moderati e non in quelli gravi. Il farmaco è prodotto dal 2014 e non è mai stato in commercio, né mai venduto nelle farmacie. Oltre che sull’efficacia, ci sono però dubbi anche sulla sua sicurezza: già in passato erano emersi i pericoli relativi alle malformazioni nei feti.
Uno dei membri della task force governativa giapponese per l’emergenza coronavirus, Koji Wada, ha scritto su Facebook che l’Avigan «potrebbe avere qualche effetto come placebo», come riporta il sito Leaderpost.com.
La Fujifilm non ha commentato le indiscrezioni sui risultati delle sperimentazioni, spiegando di non essere coinvolta nelle ricerche. L’azienda punta in ogni caso a una fornitura del farmaco per almeno due milioni di persone in Giappone, in linea con le richieste del governo. «Intendiamo completare la produzione da consegnare al ministero della Salute entro il prossimo marzo», ha dichiarato il vicepresidente dell'azienda farmaceutica Junji Okada in una video conferenza.
Anche l’Italia ha iniziato uno studio sull’Avigan, sull’onda del successo di un video pubblicato da Cristiano Aresu in cui lo presentava come un sorta di farmaco miracoloso, al centro della strategia giapponese contro il coronavirus. La realtà era diversa, come si è capito poi, anche per via del fatto che l'Avigan non era in commercio, ma nel frattempo l’Agenzia del farmaco italiana ha dato il via libera alla ricerca nel nostro paese. Da fine marzo, quando il presidente dell’Aifa Nicola Magrini ha annunciato lo studio, sul tema è calato il silenzio. Le notizie arrivate dal Giappone non sono certo confortanti. Certo è che nel frattempo c’è chi ha già trovato il modo di speculare sulle speranze delle persone: a inizio maggio la Guardia di Finanza di Milano aveva sequestrato 146 siti internet che vendevano kit per i test sierologici e farmaci contro il coronavirus, tra cui lo stesso Avigan.
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