I genitori leggono ai neonati prematuri nell’incubatrice: il progetto del Civile

«Lettura in terapia intensiva neonatale» è stato premiato nei giorni scorsi al Salone internazionale del libro di Torino: «La voce del genitore che racconta incentiva la maturazione neurosensoriale ed uditiva»
Un neonato nell'incubatrice - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Un neonato nell'incubatrice - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Rumori attutiti, luce filtrata e ambiente rassicurante: i neonati prematuri sono accuditi nelle loro incubatrici che ricreano l’ambiente uterino, sono settimane delicatissime durante le quali il «neonatino» cresce e si sviluppa come avrebbe dovuto nella pancia della mamma.

Gli stimoli e la vicinanza fisica non sono quelli che si darebbero ad un nato a termine, ma non per questo non ci sono. Ecco che il contatto, tattile e vocale, diventa importantissimo. Anche per questo un anno fa, nella Tin del Civile, è stato attivato il progetto «Lettura in terapia intensiva neonatale» premiato nei giorni scorsi al Salone internazionale del libro di Torino.

Il progetto

«È stato un lavoro di squadra partito ad aprile 2023 – spiega il primario della Terapia intensiva neonatale Francesco Risso – che ha visto in prima linea Asst, Ats, il Sistema bibliotecario del Comune di Brescia, la caposala Elisabetta Dioni, la psicologa Alice Riboli e l’associazione TinCoraggio».

È stata stilata una lista di libri adatti e TinCoraggio li ha acquistati: ogni genitore che aderisce al progetto ne riceve uno ed è sollecitato a leggerlo al proprio bimbo.

«Un’iniziativa che ha riscosso un certo successo – dice Risso –, che aiuta a creare la triade mamma, papà, bimbo. Spesso i genitori in questa fase si sentono poco utili (e invece sono determinanti), ma con la lettura si incentiva anche il contatto vocale e non solo tattile».

Il libro resta in reparto ad uso esclusivo della famiglia e, alla dimissione, viene portato a casa; diventa così non solo una lettura da continuare tra le mura domestiche, promuovendo l’amore per i racconti, ma anche il ricordo di un periodo difficile, ma superato: «La voce del genitore che racconta – continua Risso – incentiva la maturazione neurosensoriale ed uditiva. Ci sono anche diversi studi sugli effetti positivi della vocalizzazione e sullo sviluppo cognitivo».

Il premio

«Lettura in terapia intensiva neonatale» ha vinto la sezione «Reti di libri – Progetto esordiente della XV edizione del premio nazionale Nati per leggere» per «la lodevole iniziativa nata e cresciuta in ambito ospedaliero, per la perseveranza e la cura». Il premio è stato consegnato lunedì al Lingotto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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