Cure. Nuove armi contro il tumore dello stomaco

Si ha un aumento della sopravvivenza associando chirurgia e altre terapie.
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Novità nell'approccio terapeutico al tumore dello stomaco. Una ricerca multicentrica sul tumore dello stomaco, ispirata e guidata da ricercatori della Clinica Chirurgica dell'Università degli Studi di Brescia operanti nella III Divisione di Chirurgia degli Spedali Civili diretta dal prof. Stefano Maria Giulini, pubblicata su Annals of Surgery, considerata la più prestigiosa rivista internazionale di Chirurgia, offre a chi si occupa di questa grave, ma in molti casi curabile, malattia, importanti novità che possono contribuire a perfezionare l'approccio terapeutico a casi che, ritenuti favoreli, presentano spiacevoli sorprese.
«Si tratta di un lavoro che ha coinvolto 7 centri italiani tra quelli che con maggiore attenzione si dedicano alla cura del cancro dello stomaco condotto da noi sotto l'egida del Gruppo italiano Ricerca Cancro Gastrico - spiega il chirurgo Gian Luca Baiocchi, primo autore della pubblicazione -. Lo studio analizza i dati relativi ad un notevole numero di pazienti operati con un intervento che ha ottenuto la completa asportazione della malattia, almeno per quanto visibile e valutabile con gli esami strumentali. Tra questi pazienti sono stati considerati quelli che non presentavano metastasi nelle ghiandole linfatiche e che, per questa ragione, sono considerati in uno stadio di malattia iniziale e quindi non sottoposti ad altre terapie che associate alla chirurgia, negli stadi più avanzati, possono ridurre il rischio di una ripresa della malattia tumorale in sedei vicine o lontane rispetto al tumore asportato in maniera apparentemente curativa. Lo studio del destino a medio-lungo termine di questi numerosi pazienti, tutti ad alta probabilità di guarigione, ha consentito di comprendere quali di essi e perché invece devono essere considerati ad alto rischio di ricaduta nella malattia e quali sono le caratteristiche negative dei tumori di cui erano portatori (sede, dimensione, profondità e alterazioni cellulari) che avrebbero dovuto indurre a considerarli in stadio avanzato anche se non hanno dimostrato una diffusione di cellule tumorali nelle ghiandole linfatiche».
«La rilevanza di questo studio, per i potenziali vantaggi che possono derivarne per i pazienti che fino ad oggi erano curati con la sola chirurgia - continua Baiocchi - potrà indicare se decidere di associare diverse terapie, con la prospettiva di ottenere un significativo incremento delle guarigioni definitive, o comunque, un aumento della sopravvivenza a medio-lungo termine».
Ora, i chirurghi dell'équipe del prof. Stefano Giulini stanno cercando di entrare sempre più nel dettaglio dei meccanismi molecolari di sviluppo del cancro allo stomaco per offrire ai pazienti nuove molecole che, al di fuori della classica chemioterapia, siano in grado di bloccare la crescita della malattia.
I sette Centri italiani coinvolti nel lavoro sotto l'egida del Gruppo italiano ricerca cancro gastrico sono: Brescia, Verona, Firenze, Padova, Siena, Forlì e Roma (Università Cattolica).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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