Covid sempre più tra i giovani: il 60% sono under 50

Solo il 16% ha più di 70 anni e le donne scendono al 47%
Un reparto Covid - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Un reparto Covid - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Sei persone su 10 tra quelle contagiate dal Sars-CoV-2 hanno oggi meno di 50 anni. E continua a scendere, toccando i 43 anni, l'età media dei positivi, molto più bassa rispetto a quella registrata dall'inizio dell'epidemia, e pari a 61 anni. A confermare il trend, indice di un sistema di sorveglianza che funziona meglio, e del fatto che proteggiamo di più i nostri anziani, è la nuova infografica settimanale realizzata dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss). In base ai dati, aggiornati al 20 luglio, nell'ultimo mese si registrano in tutto 5.402 casi, di cui 187 tra gli operatori sanitari.

Confrontandoli con quelli da inizio da febbraio ad oggi, si può vedere come la popolazione di Covid positivi sia mutata in questi mesi. Il 50,2% dei contagiati negli ultimi 30 giorni ha tra 19 e 50 anni, e rappresenta la fetta maggiore. Sommata al 10,8% dei contagiati under 18 anni, anche questa in forte crescita, porta il totale dei casi sotto i 50 anni al 60%. Continua, d'altro canto, a calare la percentuale dei più anziani, che erano invece prima i più colpiti: il 22,8% ha tra 51 e 70 anni e solo il 16,2% ha oltre 70 anni. Due le cause. La prima è di tipo organizzativo, spiega all'Ansa Patrizio Pezzotti, responsabile del reparto di epidemiologia del Dipartimento malattie infettive dell'Iss e coordinatore della Sorveglianza Covid-19. «Prima si registravano casi per lo più gravi, che sono tipici delle persone più anziane. Ora, grazie a migliori capacità diagnostiche dei servizi territoriali, vediamo una parte di contagiati che non vedevamo, perché essendo asintomatici o paucisintomatici, più frequenti nei giovani, non arrivavano neppure al tampone. Oggi, invece, grazie a un sistema di tracciamento attivo, andiamo a scovarli, per evitare che diventino diffusori». L'altro aspetto di cui i dati parlano è che «proteggiamo bene gli anziani, e loro stessi si proteggono», prosegue l'epidemiologo.

«Avendo messo in sicurezza le strutture sanitarie e le case di riposo, gli over 70 hanno poca possibilità di infettarsi, mentre i più giovani, che hanno più vita sociale, hanno più possibilità di trasmettere infezione. Inoltre, gli anziani, diversamente da altre generazioni, hanno comportamenti meno rischiosi, usano mascherine e distanziamento sociale». Dai dati Iss emerge anche che gli uomini rappresentano ora il 53% dei positivi al Sars-Cov-2: la loro percentuale continua ad aumentare, visto che il totale dei casi tra i maschi non supera il 46%, se si considerano i dati di tutta la pandemia. A pesare potrebbero essere i casi di importazione. «Iniziano ad avere un impatto le persone infette arrivate dall'estero, e che sono quasi tutti uomini. Questi ultimi inoltre - conclude Pezzotti - in generale hanno maggiore mobilità e contatti sociali per lavoro, come dimostrano i focolai nel settore delle consegne».

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