Cosa mangiano i bresciani? Almeno 46 kg di cibo spazzatura
Mangiamo troppe proteine e il 7% di quello che ingeriamo, 46 chili l’anno, è «cibo spazzatura». Non solo: 3 persone su 10 tendenzialmente non mangiano alcun frutto nell’arco della giornata, molte nemmeno verdura e per una fetta significativa di popolazione il concetto di cibo integrale è, a dir poco, anedottico, visto che include in questo gruppo solo il grano duro e quello tenero. Dunque, una varietà troppo ristretta.
Questa la prima fotografia delle abitudini alimentari dei bresciani scattata dal progetto di Epidemiologia nutrizionale «Il piatto sano» nato dalla collaborazione tra il Centro universitario interdipartimentale per lo studio delle intolleranze alimentari dell’Università e Federfarma Brescia. Al progetto, al momento, hanno aderito oltre cento farmacie bresciane e sono state analizzati 922 profili corrispondenti ad altrettante persone, di età compresa tra i dieci e i 95 anni, di sesso femminile nel 65% dei casi. Il software è tuttora disponibile gratuitamente nelle farmacie aderenti e, ovviamente, ciascuno può fare il «test» anche più volte ed in periodi differenti.
Ecco il progetto. Tra gli strumenti per la raccolta delle abitudini alimentari, gli ideatori del progetto hanno scelto il «recall delle 24 ore» che prevede l’inserimento, su una scheda cartacea o su supporto informatico, dei cibi e delle bevande assunti nelle 24 ore antecedenti la compilazione, oltre che informazioni sull’attività fisica svolta durante l’ultima settimana. Il software restituisce il totale delle kilocalorie assunte, con l’indicazione della percentuale di macronutrienti ed il confronto con il metabolismo basale della persona. Ancora, viene fornito il confronto delle proporzioni degli alimenti assunti con quelle suggerite dall’Healthy Eating Plate della Harvard University (riportato nel grafico) e, infine, la suddivisione degli alimenti in cibo sano e cibo spazzatura. Ortaggi e frutta. Confrontando i dati emersi dall’analisi dei primi 922 profili con quelli del «piatto del mangiar sano» messo a punto dall’ Università di Harvard, emerge che la quantità totale di ortaggi assunti è pari al 19%, dunque ampiamente al di sotto del 35-37% raccomandato. Va meglio con le verdure, scelte in modo vario sia per colore sia per modalità di consumo, assunte a cena dal 54% degli utenti. Con la frutta fresca, invece, si eccede, perché essa è pari al 21% del totale del cibo, al di sopra delle proporzioni suggerite da Harvard.
Cereali e derivati. Troppi cereali: il 31% a fronte del 25% raccomandato, anche se la varietà è molto limitata (prevalgono grano duro e tenero, il resto è abbastanza assente). Ancora, l’11% dei prodotti è rappresentato da dolci mentre le scelte alimentari nella sfera dei cereali verde nel 62% dei casi su pane, pasta e pizza. Meno del 10% mangia riso e meno del 3% consuma polenta. Proteine e grassi. Anche le proteine sono troppe: il 28% a fronte del 25% «corretto». Un dato - il rilievo fatto - «gravato dalla qualità della scelta delle fonti proteiche: poco pesce (19%), ancor meno legumi (4%) e molta carne - anche conservata - e formaggi. I consumatori sono invece bravi nella scelta dei grassi, utilizzando quasi nove volte su dieci l’olio di oliva.
Corretti anche in quello che bevono a tavola: l’acqua è preferita da sette persone su dieci, mentre solo il 4% sceglie bibite zuccherate e il 2% succhi di frutta. Suddivisione dell’energia. Le raccomandazioni dei livelli di assunzione di riferimento di nutrienti della Società italiana di Nutrizione umana prevedono la suddivisione dell’energia introdotta con gli alimenti in: 15% proteine; 30% grassi; 45-60% carboidrati. Dai risultati preliminari del progetto «Il piatto sano» emerge che le proteine assunte sono pari al 21%, contro il 15%; i grassi il 33% contro il 30%; il carboidrati il 43% a fronte del 45-60% raccomandato. Dunque, il problema di maggior rilievo per ora emerso è una tendenza ad assumere proteine in eccesso, in particolar modo attraverso alimenti quali carne rossa e conservata e formaggi stagionati.
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