Come gestire la rabbia dei bambini (e dei genitori)
Siamo senza dubbio la prima generazione di genitori che si impegna tra corsi e manuali per affrontare la crescita dei propri figli. Dalla nanna all’autosvezzamento, passando per la comunicazione e i corsi di coding: per i nostri bambini siamo disposti a studiare come forse mai ha fatto chi ci ha preceduto.
Perché? Prova a rispondere Alli Beltrame, anima del progetto «Educazione responsabile», autrice del libro «Invece di dire... Prova a dire... » e formatrice Gordon Genitori Efficaci, ospite a Paratico della serata organizzata dall’Age, associazione genitori. «Mamme e papà, oggi, sono più soli di un tempo - spiega Alli -, e quando li incontro percepisco un’attenzione all’infanzia crescente. Credo sia frutto dell’evoluzione sociale ed emotiva, che ci porta a essere più attenti ai più piccoli».
«Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio - ha detto in apertura di serata Ilaria Bozza, dell’Age -. Oggi non c’è il villaggio ed è quindi più difficile essere genitori. Noi, come associazione, vogliamo essere il villaggio».
Che ci sia sempre più attenzione alla genitorialità lo dimostra il proliferare di serate e incontri sul tema, la pubblicazione crescente di libri, il moltiplicarsi di spazi e occasioni di incontro. «Credo che l’emancipazione delle donne dall'egomonia maschile le stia spingendo a occuparsi di una fascia debole come è quella dei bambini - ipotizza ancora Alli Beltrame -, e il poco tempo che abbiamo a disposizione con loro ci spinge a cercare di viverlo al meglio».
A Paratico si è parlato di rabbia, di come gestire quella dei bambini, ma anche quella dei genitori. Perché - diciamocelo - capita di perdere la pazienza e reagire. L’educazione responsabile di Alli Beltrame punta sulla relazione che costruiscono genitori e bambini, nella convinzione che i più piccoli si auto-educhino attraverso l’osservazione costante e discreta dei più grandi. Non a caso si parla di educazione responsabile, perché responsabilità significa «rispondere con abilità».
E allora che fare quando i bambini si arrabbiano? «Dobbiamo accogliere la loro emozione - spiega Alli Beltrame -, perché reprimerla sarebbe un errore. Nella società di oggi tendiamo ad associare rabbia e aggressività, dimenticandoci che sono due cose molto diverse. La rabbia nei bambini è una spia, di un bisogno, di un limite o di un disagio che un bambino, da un punto di vista puramente neurologico, non ha gli strumenti per gestire».
Fondamentale è imparare l’autocontrollo, a cominciare col respirare e riossigenare il nostro corpo quando sentiamo la rabbia salire. I bambini, con i loro neuroni specchio, apprendono per esperienza e già il nostro autocontrollo sarà utile perché loro imparino.
«Perché sappiano gestire e vivere bene le loro emozioni, iniziando col riconoscerle, è fondamentale che siano liberi di provarle» ha spiegato Alli. Da qui il suggerimento di accogliere l’emozione: «Esprimere un bisogno invece di giudicarlo stimola empatia e collaborazione» ha aggiunto.
Che non sia facile, è chiaro. Che sbaglieremo innumerevoli volte, anche. Che non sia tutto qui è ovvio. «Ma dobbiamo avere fiducia - conclude Alli -, perché i bambini riconoscono i nostri sforzi».
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