«Cari genitori», i rischi che si nascondono dietro i selfie

Incuranti del pericolo continuo che corrono, alcuni adulti postano sui demonizzati social le loro foto private e quelle dei piccoli
«Cari genitori», i rischi che si nascondono dietro i selfie
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Ogni mercoledì la rubrica «Cari genitori», curata da Giuseppe Pino Maiolo, propone pillole di riflessione educativa, che potranno partire da una notizia di attualità.

Cari genitori, selfie è una parola di moda, ma più ancora un’abitudine collettiva che, volenti o nolenti, praticano. Una volta si chiamava «Autoscatto» ma adesso è termine fuori moda da un punto di vista linguistico, ed è sinonimo di quell’esserci al mondo e farne parte. Si potrebbe dire: «Se selfie, ci sei, altrimenti non esisti».

Nella società dell’immagine, attraversata da un diffuso narcisismo, non puoi rinunciare ad essere icona tra i milioni di icone che in ogni istante circolano in rete. È un mettersi in mostra che soddisfa il bisogno di conferme e di affermazione. Quando i selfie sono insistenti e ripetuti, come nel corso dell’adolescenza, possono rappresentare anche la ricerca di un’immagine perfetta da trasmettere agli altri.

I pericoli dei selfie

Ormai però lo fanno anche gli adulti, gli anziani, e soprattutto intere famiglie i cui membri, in pose studiate, per autoriprendersi o farsi riprendere. Purtroppo però sono inconsapevoli dei pericoli, madri e padri coi pargoli «selfeggiano» per ogni evento che prima si annotava sul diario privato di crescita di un figlio. Tutto adesso è di dominio pubblico.

Incuranti del rischio continuo che corrono i minori, postano sui demonizzati social, le loro foto private e quelle dei piccoli. Magari dicendo loro, quando sono diventati grandi, di non mandare foto a nessuno. Alla faccia della coerenza.

Selfie dunque come fiera della vanità collettiva a costo zero. Oppure luogo dove si dà spazio al proprio «Narciso» interiore, al «piacere di piacere» e gli adulti, spesso hanno anche la motivazione di essere il tentativo di essere confermati come bravi genitori, se non perfetti.

In adolescenza i selfie potrebbero anche essere utili per perdere l’imbarazzo e la vergogna del corpo, o anche il terrore di quei vertiginosi cambiamenti fisici che per alcuni sono davvero importanti.

Il Revenge porn

Al di là di questo, il rischio maggiore dei selfie viene dalla diffusione di foto intime, quelle con il partner di turno e a contenuto sessuale esplicito. Ma questo non è per nulla un gioco perchè i selfie non sono controllabili e spesso possono diventare uno strumento offensivo se vengono inviati senza il consenso della persona cui si riferiscono le immagini. Quei selfie sono una pratica terribile chiamata Revenge porn, vendetta sessuale che distrugge la reputazione.

Allora attenzione cari genitori, ma anche nonni, zii e parenti alla pratica del selfie coi figli, perché non protegge la loro privacy e li abitua a usare con leggerezza questa pratica e soprattutto li abitua a usare con leggerezza questa pratica ma li espone alla pedopornografia sempre in agguato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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