«Cari genitori», riconoscere e affrontare il bullismo domestico

Il bullismo tra fratelli, spesso nascosto dietro litigi, può avere gravi conseguenze psicologiche. È necessario che i genitori intervengano per proteggere le vittime e aiutare il bullo a sviluppare empatia
«Cari genitori», riconoscere e affrontare il bullismo domestico
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Ogni mercoledì la rubrica «Cari genitori», curata da Giuseppe Pino Maiolo, propone pillole di riflessione educativa, che potranno partire da una notizia di attualità.

Cari genitori, viste le recenti giornate di riflessione sul bullismo e su internet oggi parliamo di bulli. Lo facciamo però da un punto di vista particolare, quello familiare.

Diciamo subito che pensiamo al bullo come a quel compagno più o meno conosciuto, che in aula o nei corridoi, in palestra o mentre torna a casa è un pericolo per i nostri figli, perchè li tormenta, li prende in giro, ha scontri fisici o li calunnia e li deride. Così fatichiamo a pensare che il bullo possa abitare anche le nostre case e sia nostro figlio.

I segnali e le conseguenze

Liti anche pesanti tra fratelli le leggiamo come normali scaramucce e non ne riconosciamo la pericolosità. Invece è vero e proprio bullismo, anche se domestico, fatto di prevaricazioni e offese fisiche e psicologiche, intenzionali e continuate, come nel bullismo classico.

Le conseguenze a volte sono anche più gravi delle abituali forme di bullismo, in quanto più lunghe nel tempo, che attivano, problemi di autostima o severi disturbi dell’umore e forme di ansia connesse alla sensazione per le vittime di non avere alcun posto sicuro.

Le angherie iniziano precocemente verso gli 8 anni, se non prima, e il protagonista è il fratello maggiore con il motivo predominante della gelosia. Ma vale anche il contrario. All’inizio sono aggressioni fisiche silenziose e nascoste, poi danneggiamenti e sottrazioni di cose personali che degenerano in atti persecutori che rendono un inferno la vita della vittima.

Ai genitori, di solito ignari, va detto che non si tratta di una conflittualità fisiologica tra fratelli, ma di bullismo domestico. I segnali da non trascurare possono essere le lamentele e i “capricci” della vittima che segnalano scontentezza e bisogno di sostegno, ma anche i comportamenti prepotenti del bullo che non rispetta i fratelli, e incurante delle regole offende un po’ tutti.

Il ruolo dei genitori

Papà e mamma hanno il compito di non lasciar correre, meno che mai sorridere dei gesti offensivi del bullo, e nemmeno trascurare i segnali di sofferenza della vittima, pena di aggravare la sua condizione e convalidare nel bullo l’idea che lui può permettersi tutto. Fondamentale osservare se le prepotenze si ripetono e ascoltare non le parole ma i comportamenti. Più di tutto intervenire per proteggere chi subisce e contenere l’impulsività del prevaricatore il quale va aiutato a riconoscere ciò che prova e a sviluppare empatia. Se necessario va chiesto un aiuto specialistico per i figli e anche per i genitori.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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