Batteri ogm per curare il diabete

È una delle applicazioni degli studi in corso sull’utilizzo dei batteri in medicina
L'Escherichia coli al microscopio
L'Escherichia coli al microscopio
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Diverse aziende statunitensi stanno testando se batteri geneticamente modificati possono essere usati come farmaci per trattare gravi patologie. Si tratta di ricerche innovative che sollevano molte speranze ma anche molti dubbi per i rischi che potrebbero porre alla salute umana.

Assumiamo spesso medicinali per liberarci dai batteri patogeni, ma i batteri non sono tutti così «cattivi» da dover essere eliminati. Tutt'altro, molti sono necessari all'uomo e i batteri che normalmente vivono nel nostro corpo - il microbioma - sono fondamentali per il benessere.

Come riporta il sito della rivista Nature, sperimentazioni sono state autorizzate dagli enti regolatori statunitensi come forme di terapia genica per combattere diabete, ulcere da chemioterapia e malattie metaboliche, perfino per uccidere altri microbi dannosi. 

Tra i protagonisti di questa nuova era delle biotecnologie mediche c'è la company Synlogic di Cambridge, che ha modificato il batterio Escherichia coli, che vive normalmente nell'intestino, ottenendone due nuove versioni: una per combattere gli accumuli di ammoniaca nel sangue dei pazienti con malattie metaboliche del fegato, e una per rimuovere gli accumuli neurotossici dell'aminoacido fenilalanina nella persone colpite dalla fenilchetonuria, malattia genetica ereditaria che colpisce un individuo ogni diecimila. La società ha avviato studi clinici su volontari sani in aprile e inizierà a testare i batteri nelle persone affette da fenilchetonuria non appena avrà concluso che la terapia è sicura.

Un'altra società, la Intrexon nel Maryland, ha invece modificato un batterio usato nella produzione casearia (Lactococcus lactis) dandogli la capacità di contrastare le ulcerazioni delle mucose provocate dalla chemioterapia. Uno studio clinico che riguarda circa duecento persone è in corso. A luglio la società inizierà dei test clinici su persone che hanno il diabete utilizzando una diversa forma di L. lactis in grado di produrre il precursore dell'insulina umana.

Ma è ancora presto per comprendere se questi batteri ogm potranno entrare nel mercato. Gli scienziati hanno bisogno di tempo per una migliore comprensione di come i microrganismi interagiscono con il corpo, e restano molte incognite riguardo la possibilità che possano trasmettere i loro geni modificati ad altri microrganismi, con conseguenze sulla salute umana al momento non prevedibili.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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