Addio al grano canadese, nella pasta calano le micotossine
Bassa contaminazione da glifosato e assenza di alcune micotossine riscontrate in anni recenti. L'ultimo test de «Il Salvagente» su 23 produzioni a marchio dei pastai, i principali brand sullo scaffale, promuove la qualità raggiunta dalla pasta italiana e del frumento made in Italy. I risultati delle nostre analisi raccontano di un frumento diverso, «coltivato in aree meno umide e per questo più solarizzato», dice Alberto Ritieni, esperto di micotossine, nel mensile leader nei Test di laboratorio contro le truffe ai consumatori.
Per il ricercatore «la presenza contenuta di glifosato, poi, segnala l'impiego di un grano meno trattato di quello del Nord America che è essiccato chimicamente con il noto erbicida della Monsanto, ritenuto »probabile cancerogeno» dalla Iarc.
In altre parole i nuovi risultati delle analisi confermano che la materia prima è oggi diversa da quel grano, canadese e statunitense, spesso troppo contaminato dal Don e con residui di glifosato davvero preoccupanti. Tuttavia aver ridotto l'uso di un grano come quello nord americano mette al riparo da alcuni rischi, come quello del glifosato che in questi paesi è autorizzato anche in fase di pre-raccolta per favorire la maturazione dei chicchi: si usa la chimica perché la natura - il sole - è meno clemente.
I dati del mensile dei consumatori invitano a un «cauto ottimismo. Trovare campioni con anche 4 o 5 residui di pesticidi, con il rischio dell'effetto combinato sulla nostra
salute, così come l'insorgenza di micotossine diverse da quelle a cui eravamo abituati suggeriscono che è ancora presto per cantar vittoria. Ma non va abbassata la guardia».
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