Metodo Rondine, i docenti: «Così in classe si coltiva umanità»
All’incontro in Sala Libretti per raccontare in cosa consiste e come sta avvenendo l’introduzione del Metodo Rondine alla Scuola Bottega di Brescia sono stati chiamati a portare le loro testimonianze anche tre insegnanti dell’istituto, diretto da Anna Maria Gandolfi, che stanno prendendo parte al corso tenuto da operatori di Rondine.
«È un’esperienza unica, che ci porteremo anche nella nostre vite personali oltre che a scuola – ha detto il professor Patrick Merighi –. A livello didattico ci sta dando gli strumenti per risolvere eventuali conflitti tra noi professori e con e tra i ragazzi».
La docente Renata Dainesi ha spiegato come «ora sono in grado di guardare alla classe con più umanità, perché riesco a togliere me dalla cattedra e i ragazzi dai banchi per coltivare con loro un rapporto di umanità. Ho avuto modo di capire come dalle diversità, che possono essere date dai ruoli, dalla nazionalità, dalla religione e dalla cultura, c’è però un’unione più profonda, generata dal semplice fatto di essere esseri umani». Dainesi ha raccontato che le prime lezioni, dapprima in plenaria e poi in gruppi, ciascun docente è stato invitato a raccontare qualcosa di se stesso e della sua personale visione di conflitto e di limite.
Un lavoro su noi stessi
Poi sono stati proposti due giorni di full immersion in presenza durante i quali sono state condivise anche le fragilità personali, «un lavoro su noi stessi che ci porteremo dietro come bagaglio nella vita di tutti i giorni, oltre che in classe», hanno concordato gli insegnanti.
L’ultima della Scuola Bottega a intervenire è stata Manuela Magurno, la quale ha tenuto a sottolineare come «il fatto stesso di lavorare con relatori di tale levatura è stato un onore». Magurno ha poi spiegato come «io, che delle parole ho fatto la mia vita e la mia professione, sono rimasta stupita di come durante questa prima parte di corso io abbia realizzato come termini come nemico, soglia, limite, calate in un contesto come questo, siano in realtà concetti costruttivi, sui quali si può lavorare, quindi positivi».
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