Covid, affondo di Mattinzoli: «Attacco economico alla Lombardia»
«Credo che ciò a cui stiamo assistendo sia un vero e proprio attacco economico alla Lombardia». Sono parole che pesano come macigni quelle pronunciate dall’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Mattinzoli.
Il teatro delle bordate è la tavola rotonda a distanza «Andare avanti quando tutto si ferma», organizzata dalla Sala Libretti del Giornale di Brescia. (Qui il video completo dell'incontro)
È da lì che l’assessore delinea l’ipotesi di un quadro inquietante per l’economia lombarda e bresciana: «Non sono complottista, ma trovo strano che ad essere colpita sia proprio la Lombardia. Il rischio reale è che le nostre realtà produttive - aziende e imprese che stanno vivendo una forte crisi - finiscano nelle mani di soggetti stranieri, cinesi in primis. Alcuni imprenditori potrebbero essere costretti a dover vendere le proprie aziende perché schiacciati dai debiti. Il patrimonio economico lombardo è in pericolo».
Il punto di vista di Mattinzoli si staglia in un panorama socio-economico di forte difficoltà per le attività produttive di tutto il Paese, ma è indubbio che la Lombardia stia pagando il prezzo più alto di un lockdown (e mezzo) che nel giro di 8 mesi ha messo in ginocchio migliaia di imprese. Per questo motivo la parola d’ordine del meeting di ieri è stata «rapidità».
Per rispondere alle situazioni più drammatiche nei settori economici maggiormente a rischio le imprese chiedono sì aiuti concreti e immediati ma anche risorse per lo sviluppo a medio termine. Trasmesso in streaming, il confronto ha messo l’accento sui trend e le opportunità per le imprese al tempo del lockdown, in un momento di crisi e grandi trasformazioni nel mondo del lavoro. Prospettive.
E alla domanda di Marco Barabanti (presidente CDO Lombardia Sud Est) su cosa oggi le aziende chiedano alle Istituzioni, l’assessore Mattinzoli risponde: «Non vogliono assistenzialismo, ma chiedono di poter lavorare il prima possibile. Alcune devono superare il lockdown con un aiuto a fondo perduto, certo, ma non bisogna concentrarsi sull’emergenza, dobbiamo farci trovare pronti ad essere competitivi e attrattivi nei mercati internazionali quando l’emergenza finirà».
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore marketing e comunicazione Warrant Hub Patrick Beriotto: «Oggi le aziende hanno capito il momento che stiamo attraversando e stanno cercando di accelerare i processi di sviluppo che già avevano in corso. Siamo di fronte ad una vera e propria sfida di innovazione».
Due, quindi, i punti focali: nel medio termine il tessuto produttivo del territorio ha bisogno di investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione, digitalizzazione e banda larga. Nel brevissimo termine le imprese più a rischio devono essere sostenute con interventi mirati.
«Non è facile aiutare con un’unica misura filiere produttive diverse e categorie diverse - conclude Mattinzoli -. Come Regione stiamo studiando un fondo straordinario per l’accesso al credito con pre-ammortamento di 2 anni e la restituzione in un arco temporale molto lungo che possa andare dai 6 ai 10 anni».
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