Sala Libretti

Al GdB il «Metodo Rondine» che insegna ai ragazzi la pace tra i popoli

Barbara Fenotti
Presentato in Sala Libretti il sistema che sostiene una scuola capace di abilitare i giovani a diventare cittadini globali. È partito anche alla Scuola Bottega, grazie al sostegno del Rotary Club Sud-Ovest Maclodio
La Scuola Bottega adotta il Metodo Rondine - © www.giornaledibrescia.it
La Scuola Bottega adotta il Metodo Rondine - © www.giornaledibrescia.it
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Ogni sfida che si rispetti racchiude dentro sé un mare di complessità. Quella del «Metodo Rondine» è decisamente ambiziosa, perché prende le mosse dai conflitti – da quello con il vicino di banco a scuola o di casa, fino ad arrivare a quello bellico vero e proprio tra diversi Paesi – per trasformarli in occasioni di crescita e di condivisione.

A Brescia

Ora anche Brescia diventa terreno fertile per la pace: nelle classi della Scuola Bottega, grazie alla lungimiranza della direttrice Anna Maria Gandolfi e al sostegno concreto del Rotary Club Sud-Ovest Maclodio, sbarca il «Metodo Rondine», un’offerta formativa sperimentale, che conserva la didattica tradizionale, ma inserisce nuovi elementi che nella scuola tradizionale non ci sono, per rimettere gli studenti al centro dell’educazione scolastica e sostenere una scuola capace di abilitare i giovani a diventare cittadini globali.

L’incontro in Sala Libretti

L'incontro dedicato al «Metodo Rondine» in Sala Libretti al GdB
L'incontro dedicato al «Metodo Rondine» in Sala Libretti al GdB

Di questa significativa novità per il Bresciano se ne è parlato ieri in Sala Libretti nel corso dell’incontro «Con Rondine Scuola Bottega spicca il volo – Progetti innovativi per un mondo di pace» (che potete rivedere qui), moderato dal direttore del Giornale di Brescia e di Teletutto, Nunzia Vallini. 

Il metodo è nato alla «Cittadella della pace Rondine», creato da un’idea di Franco Vaccari 25 anni fa nel borgo medievale di Rondine, a pochi chilometri da Arezzo e racchiude l’esperienza formativa di Rondine, iniziata mezzo secolo fa con l’attivazione della World House, dove giovani studenti provenienti da luoghi di guerra e post-bellici si ritrovano per lavorare insieme per preparare un mondo di pace. Madrina del progetto, che ha il sostegno di papa Francesco e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, è Liliana Segre.

Le sedi

A oggi sono 32 le sedi in Italia che adottano il Metodo Rondine, «che mira alla decostruzione dell’immagine del nemico – ha spiegato Marta Chiesa, responsabile della Scuola Rondine –. L’obiettivo è prevenire che i conflitti sfocino in odio e violenza, fornendo strumenti efficaci per gestirli in modo costruttivo».

Anche Brescia, come detto, ora fa parte di questi territori – sentinelle di pace. «Mi sono innamorata di questo progetto – ha detto Gandolfi – e ho deciso di introdurlo alla Scuola Bottega perché, oltre a essere un centro professionale, al suo interno vi sono 30 diverse nazionalità e, ancora prima di preparare i ragazzi al lavoro, a noi interessa dare loro gli strumenti affinché siano cittadini ben inseriti e attivi nel vivere civile».

Scuola di umanità grazie al Metodo Rondine - © www.giornaledibrescia.it
Scuola di umanità grazie al Metodo Rondine - © www.giornaledibrescia.it

Il Rotary Club

In questa nuova sfida Gandolfi ha trovato il supporto del Rotary Club Sud-Ovest Maclodio, che ha finanziato l’introduzione del Metodo Rondine alla Scuola Bottega «anche grazie al contributo del Rotary 2050 – ha spiegato il presidente del Rotary Club Sud-Ovest Maclodio, Gherardo Cazzago –. Troviamo che sia un progetto meraviglioso». La sua diffusione è con ogni probabilità destinata ad allargarsi anche nel resto del Bresciano e della Lombardia: ieri, in Sala Libretti, erano presenti anche il vicesindaco di Brescia, Federico Manzoni, e l’assessora regionale all’Istruzione, Simona Tironi.

Nelle classi della Scuola Bottega, quindi, i docenti stanno seguendo un corso con il metodo nato in Toscana: l’obiettivo è anche quello di creare un legame con l’alunno per andare più a fondo quando ci sono eventuali problemi. Il progetto prevede poi l’inserimento del tutor di classe, una figura che facilita il rapporto tra tutti coloro che frequentano la scuola.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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