Social network, fare scrolling non piace molto all’ambiente
Quando stamattina avete spento la sveglia sul cellulare, probabilmente, già che c’eravate, avete dato un’occhiata alle storie di Instagram. Se siete parte delle generazioni Z o Alfa avrete forse guardato anche un video su Tik Tok. Mentre aspettavate il caffè magari avete ricondiviso un post di un amico su Facebook, o ascoltato una canzone da YouTube prima di uscire.
Ecco, ognuna di queste azioni che la maggior parte di noi compie quotidianamente, più volte al giorno, non è neutrale per l’ambiente. Anzi, ha un impatto sul clima che per quanto contenuto diventa più significativo se consideriamo che i social media sono usati da 4,62 miliardi di persone, per una media di due ore e mezza al giorno (dati Global Digital Report 2022 di We Are Social e Hootsuite).
Tra i social network Tik Tok è quello che emette più emissioni di anidride carbonica, il più green è YouTube. Lo riporta uno studio di una società inglese, Compare the Market, un comparatore di offerte per l’elettricità che ha stimato l’impatto carbonico di dieci piattaforme partendo dai dati elaborati da Greenspector, un’azienda che sviluppa soluzioni per rendere più sostenibili le tecnologie digitali.
Lo studio
Secondo l’analisi, che parte proponendo un calcolatore online con cui ognuno può ottenere la propria carbon footprint in base all’uso che fa dei social, Tik Tok ha un impatto di 2,63 grammi di carbonio equivalente per ogni minuto trascorso dagli utenti a scrollare tra i video. All’estremo opposto dell’elenco delle dieci piattaforme social prese in esame c’è Youtube, con 0,46 grammi al minuto. In mezzo Reddit, Pinterest, Instagram, Snapchat, Facebook, Linkedin, Twitter e Twitch.
I criteri della valutazione dei consumi energetici sono spiegati da Greenspector, ma lo spunto di riflessione principale della società è che l’utilizzo delle piattaforme social più popolari per dieci minuti al giorno corrisponderebbe a 165,6 grammi di Co2 equivalente al giorno, pari alle emissioni prodotte da 1,4 chilometri percorsi con un’utilitaria. In un anno, questa cifra corrisponde a 60 chili di Co2 equivalente, circa quella emessa da 535 chilometri in auto.
Quanto incide?
Come osserva il sito di fact checking Pagella Politica, che cita i dati di Our World in Data (firme di Hannah Ritchie e Max Roser), non sono certo i social network a produrre la quantità più significativa di emissioni: tre quarti delle emissioni sono dovute alla produzione e al consumo di energia in diversi settori (73,2%), quasi un quinto è dovuto all’agricoltura (18,4%) e il restante 5,2% è riferito ai sottoprodotti delle industrie.
Definire con precisione quanto incidono i social network non è facile, come fa notare il prof. Renato Lo Cigno dell’Università degli Studi di Brescia. «Va innanzitutto considerato l’impatto di internet e delle tecnologie dell’informazione, dopodiché i social, che comunque nel complesso restano marginali nel consumo di energia».
Vero, ma è anche vero che nessuno pensa che le azioni di commentare o mettere un «mi piace» comportino un dispendio di energia, visto che i social «elaborando e memorizzando informazioni elaborano anche miliardi su miliardi di bit e quindi è importante cercare sistemi per diminuire l’impronta non sostenibile delle attività ICT in generale» commenta il prof. Costantino De Angelis, sempre dell’UniBs.
Facebook, per esempio, ci sta già pensando e intende raggiungere entro il 2030 il traguardo delle «emissioni nette zero». Al di là delle macro-operazioni, e del rischio di greenwashing, è comunque un tema cui potremmo pensare di più.
@Tecnologia & Ambiente
Il futuro è già qui: tutto quello che c’è da sapere su Tecnologia e Ambiente.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato