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Parità di genere, anche la scienza è in ritardo

C’è bisogno di più donne nella ricerca, nel campo della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica
Una ricercatrice in laboratorio
Una ricercatrice in laboratorio
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Nel giorno in cui i giornali raccontano del terribile impatto della pandemia sulla vita delle donne, la presidente della Bce Christine Lagarde chiama in causa il mondo del tech: «C’è bisogno di più donne - scrive nel suo intervento per l’8 marzo - anche nel campo della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica». Il tema non è tanto, o non solo, che questi settori sono meglio retribuiti rispetto ad altri (e quindi una maggiore presenza femminile nel tech contribuirebbe a ridurre il gender pay gap che in Europa si attesta sul 14%), ma è soprattutto un discorso sul futuro dell’occupazione: sono quasi la metà (47%) della forza lavoro complessiva, ma le donne occupano meno di un terzo (28%) delle posizioni di leadership nel comparto tecnologia (dato Boston Consulting Group).

E questo nonostante i report dimostrino che la diversity rappresenta anche un affare: le aziende con almeno tre dirigenti donne hanno un aumento medio del Roe superiore all’11%. I problemi alla base sono diversi: nell’indagine Bcg si parla delle prime promozioni come fondamentali per tutta la carriera e secondo uno studio di Kaspersky il 31% delle donne afferma che la mancanza di quote di genere ai vertici dell’industria hi-tech non le invoglia ad approcciarsi al comparto.

C’è quindi un tema di assenza di modello di ruolo, a cui va aggiunto il bagaglio di stereotipi ancora forte in molte famiglie italiane che incide sulla scelta formativa: solo il 22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici e solo il 16,5% prende una laurea Stem.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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