Obiettivo Transizione 4.0: l’innovazione non si ferma
Fra le tante incertezze che avvolgono come un manto di nebbia i giorni che stiamo vivendo un punto certo al quale il sistema produttivo deve guardare senza se e senza ma è l’innovazione. Ovviamente il concetto non scopre nulla di nuovo, ma per l’economia innovare ha lo stesso significato - meglio ribadirlo - del vaccino contro la malattia, quindi diventa più che mai fondamentale.
Il passaggio è complesso e questo rappresenta un motivo in più per proseguire nel nostro progetto editoriale Impresa 4.0. Lo facciamo con un passaggio di consegne a TeAm, un acronimo che tiene conto dell’innovazione tecnologica, ma anche dell’ambiente, puntando dritti verso quell’economia circolare che rappresenta il futuro di uno sviluppo possibile e più ecocompatibile.
L’hanno chiamata Industria 4.0, ora di fatto è diventata Transizione 4.0, a rafforzare forse ancora di più il concetto di passaggio verso una trasformazione che abbia come linea guida la digitalizzazione avanzata d’impresa. Nella Finanziaria il nuovo piano di Transizione 4.0 viene potenziato, passando da 7 miliardi a circa 24,8 miliardi. È presto per dare un giudizio sull’operatività di quanto il Governo sta mettendo in campo (ma sul tema torneremo con ulteriori e puntuali approfondimenti). Per ora ci limitiamo a ricordare che nella manovra 2021 i nuovi crediti di imposta sono previsti per 2 anni, mentre trova conferma la possibilità, per i contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31 dicembre 2022, di beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo (la consegna dei beni deve avvenire entro i 6 mesi successivi al primo versamento). Non è tutto. La decorrenza della misura è anticipata al 16 novembre 2021 per evitare una concomitante frenata degli investimenti. Le nuove misure avranno effetto da novembre 2020 a giugno 2023. Per tutti i crediti d’imposta, la fruizione è però ridotta a 3 anni.
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